Una delle tappe pensate in questa mia ricerca sul
pane e sulle immagini utilizzate per veicolarlo al pubblico, prevedeva la
visita ad un museo, luogo della conservazione, della divulgazione e
dell’immagine, ma vista l’impossibilità di visitare il museo di Sant’Angelo
(l’unico
nelle vicinanze di Milano) perché chiuso, ho pensato di analizzare i siti di
alcuni di questi per farne una comparazione ed analizzarne gli elementi
visuali.
I siti analizzati sono quelli dei cinque musei che
appaiono digitando sui motori di ricerca e più esattamente mi riferirò al museo
di Sant’Angelo
Lodigiano, il museo del Pane Rituale di Salemi,
quello del Comune
di Maiolo, quello del Comune
di Panettieri ed infine il museo del Pane Rituale di Borore.

Analizzando i siti proposti si nota subito che solo
due di essi (Salemi e Borore) si presentano come siti dedicati integralmente al
museo, mentre per gli altri tre il sito del museo è parte di altri siti
istituzionali (due siti di Comuni e uno di Provincia). Questi ultimi tre poi
sono composti di una sola pagina mentre per i primi due il sito si presenta
composto di diverse pagine divise per argomenti e attività.
Analizzando nel dettaglio i primi tre siti si può
vedere che le pagine presentano semplicemente le descrizioni degli allestimenti
e delle locazioni dei musei. Nella prima parte una breve descrizione del museo
seguita da alcune descrizioni sulla panificazione, sui legami sociali del pane,
sulla coltivazione del grano, ecc.
Sotto l’aspetto visuale, i siti presentano pagine
semplici con poche o addirittura una sola fotografia che presenta forme di
pane, mentre quello del comune di Panettieri presenta immagini di strumenti
utilizzati per la panificazione.
I due siti dei musei di Borore e Salemi si
riferiscono a pane realizzato per feste e rituali, oltre essere interamente
dedicati ai musei del pane, risultano
compositi e ben curati oltre che ricchi di informazioni ed immagini. Dei due
quello di Salemi sembra di fattura semplice e meno professionale e con
impaginazione e fotografie poco curate.
Certamente il sito del Museo del Pane Rituale di
Borore è quello meglio realizzato con numerose pagine ben curate e denso di
informazioni ed immagini.

Non ho trovato in nessun museo allestimenti sulla
moderna panificazione o riferimenti ai trascorsi tempi difficili in cui il pane
bianco era destinato alle classi dominanti mentre il pane del popolo spesso era
confezionato mischiando cerali diversi e il pane era il simbolo della povertà e
della fame. L’iconografia proposta dai
siti intende quindi riportarci verso una falsa età felice in cui il pane era il
prodotto genuino che oggi non sarebbe, dimenticando invece che le migliori
selezioni di grano, le raffinate tecniche di molature e pulitura, l’uso di
impastatrici meccaniche e di cottura forniscono oggi un pane di qualità che
presenta garanzie di igiene e standard qualitativi elevati. Anche le moderne
panetterie e le industrie panificatrici fanno oggi largo uso di immagini che ci
rimandano ad un passato mitizzato che ci suscita nostalgia per un tempo in cui
i più non hanno preso parte e di cui non hanno quindi ricordo.