qualche
aggiornamento sulla mia microetnografia. La scorsa settimana ho passato un
pomeriggio di riprese presso l’officina Hirose. Il materiale filmato ha una
durata complessiva di circa due ore e mezzo (!!!) e gli spunti sono numerosi.
Purtroppo però non mi è possibile caricare nulla: nonostante la sua massima
disponibilità, Hirose non mi ha ancora filmato la liberatoria perché, per
scrupolo, vuole attendere di visionare il prodotto complessivo.
A poco a poco sto
riguardando le registrazioni per riflettere su quanto appreso e per selezionare
i momenti significativi. Elenco brevemente i passaggi di quanto avvenuto:
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ho raccolto approfonditamente la storia di vita di Hirose, con
degli interessanti spunti sulla questione della sua appartenenza. Mi ha
raccontato del suo periodo di apprendistato presso Fumagalli, ma mi ha anche
parlato di un altro designer, il giapponese Motomi Kawakami, nel cui studio ha
lavorato da giovane e che lui considera suo “vero maestro”.
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La conversazione è proseguita naturalmente su altri temi
interessanti: dal suo giudizio riguardo la collaborazione professionale tra
italiani e giapponesi al suo approccio al lavoro del ferro (a metà tra “arte e
artigianato”). Parlando delle diverse tecniche di lavorazione del metallo Hirose
ha detto una frase che trovo molto interessante: “Io il ferro lo devo
rispettare”. Mi ha inoltre detto che è la vita di tutti i giorni, gli amici e i
conoscenti, a ispirarlo nel suo lavoro e che di conseguenza rimane
costantemente attento a tutto ciò che gli capita.
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Mi ha mostrato e commentato alcune fotografie dei suoi lavori
e mi ha fatto una dimostrazione pratica di come lavora, indicandomi gli
strumenti più frequentemente utilizzati.
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Ci siamo poi spostati fuori dalla corte, dove mi ha mostrato
la vecchia officina di Fumagalli e dove è avvenuto un brevissimo ma simpatico
incontro con un suo conoscente. Dopodiché sono entrata insieme a lui nella
chiesetta a fianco, per la quale lo stesso Hirose ha creato il crocifisso
davanti all’altare. Di crocifissi work in progress ce ne sono in
abbondanza nel laboratorio, e nel cortile interno dello studio c’è addirittura
la statua di una madonna con l’incudine (repentinamente filmata)! Tuttavia alla
domanda sulla sua religiosità Hirose mi ha risposto di non essere cattolico, e
che suppone lo fosse Fumagalli.
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Ho fatto diverse riprese interne ed esterne al laboratorio.
Un’altra immagine interessante è stata quella delle foglie autunnali (una
sensibilità che per le mie conoscenze è molto giapponese!): Hirose ne teneva
una in mano mentre mi parlava, c’erano foglie autunnali ai piedi degli oggetti
da lui fotografati e davanti all’ingresso dell’officina. Ho ripreso
quest’ultimo spostandomi lentamente dalle foglie alla porta: qui non può non
cadere l’attenzione sull’adesivo “qui nessuno è straniero”.
Entro l’incontro di
lunedì cercherò di portare ulteriori riflessioni. Nel frattempo rimango in
attesa di vostri eventuali commenti.
A presto,
Ciao Rossana,
RispondiEliminail materiale raccolto mi sembra ottimo come buona è la descrizione che ne fai. che spunti ne trai? quali direzioni di indagine - eventuali - ha aperto la tua esplorazione del soggetto e opere artistiche? come proseguiresti - in sintesi?
sara