Contrariamente a quanto dichiarato nella risposta ad un commento dei
precedenti post, Giovanni, il coordinatore del corso d’italiano per stranieri
non ha preso molto bene la proposta di girare una lezione tenuta interamente dai
ragazzi pakistani che insegnano italiano insieme a lui.
Se inizialmente si è dimostrato entusiasta della cosa, poi si è un po’
irrigidito, sentendosi forse messo da parte. Nessun rapporto tra noi e lui o
lui e i tre ragazzi si è compromesso, ma c’è voluto un po’ di tempo e tante
chiacchiere per convincerlo.
Come già detto, una lezione tenuta interamente dai ragazzi pakistani
era una cosa che gli stessi volevano e cercavano da tempo, in questo, la
possibilità di avere delle responsabilità e indipendenze in più all’interno
della proposta del centro. La nostra presenza non ha stravolto nulla ma
accelerato un processo in atto fornendo un’occasione.
La lezione tenuta “pakistana” è stata a tratti esilarante, rigidi come
sempre sul fatto di parlare unicamente in italiano durante la lezione, si sono
cimentati, ad esempio, nell’apprendimento del lessico riguardante il corpo
umano e le principali malattie che si possono contrarre (a loro avviso un
bagaglio linguistico indispensabile per chi vive in un territorio nuovo).
Trovare sinonimi dell’anatomia umana o delle patologie per spiegare sintomi e
rimedi fuori dai tecnicismi ha generato discorsi pindarici spesso comici,
inseguiti da ironia e auto-ironia di “professori” e “studenti”. Alla fine le
informazioni sono passate adeguatamente, il clima tutt’altro che didattico,
molto famigliare e informale. Interessantissimo confrontare questa lezione
molto spontanea e scanzonata con la prima filmata in cui, un po’ ingessati per
le “telecamere” hanno raccontato la differenza nel concetto di “diritto”.
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