Ciao a tutti!
Per concludere il mio lavoro ecco il video della Sagra delle castagne e delle nocciole 2013 di Aritzo (Sardegna).
Per concludere il mio lavoro ecco il video della Sagra delle castagne e delle nocciole 2013 di Aritzo (Sardegna).
Ho seguito questo schema:
Introduzione: mostra la posizione del paese arroccato tra le
pendici del Gennargentu e alcune immagini dell’ingresso del Paese.
1 Capitolo: mostra i protagonisti di questa festa, le castagne
e le nocciole, e il loro utilizzo nel campo dolciario che è caratteristico di
Aritzo.
2 Capitolo: mette in evidenza la componente umana, mostrando
sia gli avventori della festa che chi opera attivamente nella produzione
(cuocitori di castagne, musicisti tradizionali).
3 Capitolo: ha il compito di rappresentare i prodotti in
lavorazione e finiti (carapina, torrone, carne e formaggi).
Conclusione: chiude con altre immagini del Paese e del
paesaggio e di un caratteristico muletto.
Il mio obbiettivo con questo video è quello di mettere in
evidenza il lavoro manuale di questa popolazione che ha saputo creare un filo
conduttore e di sviluppo tra passato e modernità. Le tecniche antiche,
testimoniate dai murales nel paese (e non solo) vengo riproposte in un evento
che si inserisce perfettamente in un contesto moderno (le bancarelle con i
prodotti di alta qualità venduti su scala più estesa rispetto al passato). La
conclusione ha proprio il compito di mandare questo messaggio mediante le
immagini della lunga fila di bancarelle, del paesaggio, ritornando al punto di
partenza, ed infine del muletto, antico mezzo di trasporto.
Ho utilizzato poche riprese panoramiche, per lo più per dare
l’idea della posizione del Paese e della difficolta nel raggiungerlo; della
folla attratta da quest’evento (nel 2013 circa 30000 persone in un Paese di
75,60 km2 – fonte: servizio d’ordine e Comune di Aritzo).
Ho usato per lo più dei close-up per concentrarmi sulle mani e la produzione perché è nelle azioni di queste persone che vi è concomitanza di adattamento all’ambiente e sviluppo con i tempi.
Ho usato per lo più dei close-up per concentrarmi sulle mani e la produzione perché è nelle azioni di queste persone che vi è concomitanza di adattamento all’ambiente e sviluppo con i tempi.
Ho effettuato circa 180 video, utilizzati 60. Il tempo del
video è di una giornata, evidenziato dai cambi di luce e della scelta di
mostrare il paese da lontano da due punti diversi, per rendere l’idea dell’entrata
e dell’uscita da Aritzo. Per il montaggio ho annesso una musica tradizionale
suonata con le launeddas (Stefano Pinna – Mediana pipia) come sottofondo che
con l’utilizzo di tecniche di fade – in e fade – out permette di entrare nella
sagra vivendone i suoni. Le scene sono state unite mediante dissolvenza entro
ogni capitolo e paragrafo, mentre tra i capitoli ho utilizzato una dissolvenza
in nero per determinare lo stacco. Questa scelta ha reso il video montato più
omogeneo.
LINK DEL VIDEO: VIDEO SAGRA DELLE CASTAGNE
ciao Rossella,
RispondiEliminaho guardato il video con attenzione e ho trovato interessanti le riprese dei prodotti, strumenti e lavorazioni varie.
Mi chiedo se la non inclusione delle "voci" dei partecipanti alla sagra - nei loro diversi ruoli e intenzionalità - sia voluta (se si perchè?) o meno. l'assenza di audio spinge - a me - a porsi una serie di domande sul senso che i soggetti attribuiscono all'evento e all'inserimento di quest'ultimo nel ciclo (?) annuale degli eventi "rituali" e nel ciclo (?) di produzione agricola. hai tracciato una serie di questioni/affermazioni a livello del testo scritto che non sembrano però avere un nesso con il lavoro audio (?) visivo nel quale documenti la sagra senza interpellare nessuno per problematizzare/approfondire/indagare le tue affermazioni.
é difficile cogliere il significato degli strumenti che filmi...a livello diacronico, in particolare.
riprenderei in mano il lavoro che fino ad ora hai svolto e ripartirei dalla rete di relazioni che consente la realizzazione dell'evento per poi indagare le diverse prospettive di cui i soggetti/istituzioni/privati sono portatori, la storicità e le dinamiche di cambiamento che hanno investito gli strumenti ai quali accenni - magari analizzando archivi fotografici e memorie dei più anziani del paese - e, in ultimo, ma non meno importante, i processi produttivi investiti nell'evento e lungo l'arco dell'anno..
ciao
sara