Grazie Giuseppe per i tuoi post sul
testo di Bill Nichols, Bill Nichols, Introduzione
al documentario, Il Castoro, Milano, 2006.
Ho commentato il primo post
relativo al lavoro che hai fatto sul primo capitolo, indirizzando la
riflessione verso l’obbiettivo prioritario di questo lavoro.
Si tratta di un lavoro decentrato di
lettura e traduzione di alcuni testi fondamentali nell’ambito dell’antropologia
visiva in generale e, come nel caso specifico, del documentario come forma di
rappresentazione. Il testo mi sembra offrire numerosi spunti sia alla pratica etnografica con i mezzi audiovisivi, sia alla riflessione
antropologica/epistemologica.. L’obbiettivo delle note sui testi proposte dagli studenti del lab, è quello di evidenziare
le potenzialità e le risorse dei mezzi audiovisivi da una prospettiva antropologica
e di rispondere a due quesiti fondamentali:
- - in che modo questi mezzi possono contribuire
alla ricerca da una prospettiva antropologica?
- - che informazioni etnografiche è possibile ricavare attraverso un
loro utilizzo consapevole?
Nel secondo capitolo (in che modo i documentari sono diversi da
altri tipi di fim?) Nichols presenta sei modalità differenti di regia
documentaria con le quali confrontarsi e tra le quali scegliere. La divisione
come sempre è euristica e le diverse tipologie possono presentarsi in forma
mista. La distinzione ci interessa per orientarci nel campo di riflessione
attraverso un confronto diretto tra i diversi lavori documentari (dai quali emerge
- non linearmente - tale tipologia).
La proposta di inserire le
definizioni di Nichols vuole quindi essere un invito alla visione di questi
lavori come spunti alla riflessione secondo gli obbiettivi sopra esplicitati.
Laddove possibile verranno linkati al blog i documentari corrispondenti in modo da consentire il confronto e lo scambio di opinioni su di essi – dopo un’attenta visione. Gli asterischi a lato dei titoli ne segnalano la presenza – come links – sotto l’etichetta VIDEOLINKS che si trova nella di apertura del blog in basso a dx.
Laddove possibile verranno linkati al blog i documentari corrispondenti in modo da consentire il confronto e lo scambio di opinioni su di essi – dopo un’attenta visione. Gli asterischi a lato dei titoli ne segnalano la presenza – come links – sotto l’etichetta VIDEOLINKS che si trova nella di apertura del blog in basso a dx.
Il post è in divenire quindi chi
ha il testo di Nichols e vuole partecipare è benvenuta/o.
La prima modalità illustrata da
Nichols è definita come poetica per “l’enfasi sulle
associazioni visive, sulle qualità di tono e di ritmo, sui passaggi descrittivi
e sull’organizzazione formale.”
Gli Esempi di documentary inseriti
che corrispondono a questa modalità di regia sono i seguenti : De Brug*, Joris Ivens (1928), Song of Ceylon*, Basil Wright (1934),
Listen to Britain*, Humphrey
Jennings (1942), Notte e
Nebbia*, Alain
Resnais (1955), Koyaanisqatsi, Godfrey Reggio(1983). Nichols rileva inoltre la somiglianza tra questa
modalità di regia e il cinema personale e di avanguardia.
chi vuole può offrire un commento dopo la visione dei documentari a questo post
Buona visione e riflessione
A seguire
Sara
che cosa strana! il post non iserisce le righe finali dei documentari xhe secondo Nichols rientrano nella modalità poetica di regia!
RispondiEliminaNe faccio un copia incolla qui:
Humphrey Jennings (1942), Notte e Nebbia*, Alain Resnais (1955), Koyaanisqatsi, Godfrey Reggio(1983). Nichols rileva inoltre la somiglianza tra questa modalità di regia e il cinema personale e di avanguardia.
chi cerca, trova!
sara