Attraversando i diversi tipi di documentario, Nichols ci illustra con dovizia problematiche e pregi di ogni Modalità operativa.
Credo personalmente di essere d'accordo con alcune affermazioni di Nichols, ed io a mie parole ribadisco che il sapere non è cumulativo e progressivo, pertanto la realizzazione di un documento Video, è una questione Hic et Nunc, riferibile quindi ad un contesto definito e ad un tempo definito, all'interno dei quali si esperisce una particolare esperienza complessa di stati d'animo, ibridazioni, e interpretazioni che fanno sì di realizzare "Quel Documento".
Poi possiamo se volete, a lavoro concluso, dissezionare il girato per esprimere pareri sul tipo di documentario, del perché, ecc.
Tali pareri sono, ovviamente, espressi a posteriori, acontestuali, e lo iato tra il luogo e tempo della registrazione e il luogo e tempo della critica/osservazione, probabilmente è stato affollato da nuove dinamiche visive e comportamentali, che possono solo essere comprese ora, dinamiche, che nel momento del girato non erano ancora patrimonio di conoscenza.
Personalmente preferisco una modalità di tipo Osservativa e Partecipativa, mi consentirebbe di cogliere "l'imponderabile del quotidiano", combinata con telecamere fisse (limitano l'ingombro fisico dell'Operatore in carne ed ossa e col tempo diventano pressoché invisibili, facilitando tra l'altro l'analisi indicale) e videocamera digitale per le riprese di prossimità, primi piani ecc.
é una modalità che mi può consentire di muovermi tra le persone e partecipare attivamente alle routine quotidiane, (Cognizione Situata-Lave) agevolando il processo di esplicitazione in fase di montaggio.
Interessante mi pare l'utilizzo di Rouch e Morin, metodo ispirato al Video Feed-Back & Stimulated Recall (Tochon) modalità riflessiva e probabilmente produttiva di risultati che tendono al miglior esito possibile, anche se ovviamente la parola fine viene posta sempre dai/dal regista.
Con Questa tecnica i soggetti ripresi, rivedendosi possono riflettere sul proprio comportamento, utilizzando la possibilità offerta dalla ripresa di ascoltare la voce e allo stesso tempo di osservare la direzione dello sguardo, quello che Tochon chiama Terzo Costrutto, il video come uno specchio che consente ai protagonisti ripresi con la telecamera di riconsiderare le proprie azioni.
Mi ha colpito in modo particolare per la tecnica tra girato e intervista di The Life and Times of Rosie the Riveter, Un documento molto realistico uno spaccato dell'america della seconda guerra mondiale.
Credo sia un lavoro fantastico, centinaia di interviste, immagini dell'epoca di ogni tipo, suoni e musiche del tempo, e ovviamente la rappresentazione di queste donne che si ritrovano proiettate nelle fabbriche in sostituzione dei loro mariti/fratelli/padri, partiti per il fronte, grande momento documentario, ovviamente per me.
Sono d'accordo sull'affermazione della Costruzione Documentaria, perchè come affermavo in un altro punto dei miei commenti è sempre una interpretazione di interpretazioni, affermazioni condivise in emersione, che poi si inabissano per riemergere in fase di montaggio rimodificate, modellate nuovamente, dunque sono d'accordo sulla questione che il documentario è una rappresentazione (processo) ricostruita.
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