7 giugno 2011

sintesi esercitazione

Ciao a tutti,
ecco in sintesi le finalità dell'esercitazione che avete svolto nel contesto ad oggetto.
Esercitazione:
costruzione di una R audio – visiva
esplorazione di un contesto con il mezzo AV = strumento analitico per dare senso e siginificato all’esperienza. Il processo filmico diviene parte integrante dell’analisi tenendo presente che una delle modalità per entrare in comunicazione con il contesto è quella (per il fruitore) di entrare e seguire nel vivo l’esplorazione.
Vedere/guardare
Vedere: attività selettiva, intenzionale, un’investimento di senso. Guardare attraverso una camera è guardare con uno scopo e lasciare una traccia di questo processo nelle immagini risultanti: livello di consapevolezza dell’intenzionalità conoscitiva.
La questione che dovete porvi è in primo luogo la seguente: In che modo l’intenzionalità è resa visibile nel lavoro che avete svolto ed emerge in esso?
Nella presentazione e nell'introduzione teorica all'esercitazione ci siamo soffermati sulla questione dei punti di vista che il cinema ha contribuito a porre allo sguardo novecentesco (Francesco Casetti: l'occhio del novencento) sottolineando così la rilevanza del medium nei termini dei processi culturali coevi.
E' un tema che, come ha osservato Casetti, emerge nel cinema fin da subito a causa soprattutto di un elemento tecnico di base = la superfice della pellicola impressionata è più ristretta della porzione di realtà che entra nel nostro campo visivo (sagomazione rettangolare del fotogramma).
Casetti si sofferma su H. James. ecco i miei appunti sulle parti del testo citato che ci interessano:
Henry james, scrittore e critico letteratio USA tra gli ultimi decenni dell’800 e i primi del novecento analizza quello che sarà un tema importante della modernità: l’utilizzo del punto di vista
L’idea di James era quella di una prospettiva ristretta (metafora della narrazione come edificio dalle infinite finistre).
James suggerisce e a sua volta si impegna nella narrazione di una vicenda come se essa passasse attraverso gli occhi (o coscienza) di un personaggio.
Le motivazioni differenti che lo spingono: necessità di trovare un centro alla narrazione che dia coerenza e intelligibilità al racconto e anche il bisogno di intensificare quest’ultimo.
sulla base di questa scelta il raccontare diventa l’offrire il resoconto dell’impressione che di una vicenda ha avuto un testimone oculare interno alla storia, che si muove concretamente all’interno di questa.

Sintesi lezione jamesiana
Ogni racconto implica uno sguardo, questo sguardo è legato a un punto di vista, un punto preciso da cui si vede, il punto di vista coincide con la presenza di un osservatore e al tempo stesso evidenzia le condizioni dell’osservazione, esso è cioè il LOCUS in cui lo sguardo si incarna in un soggetto scopico e si situa in un complesso di circostanze. Si tratta quindi di uno sguardo mondano, incarnato e situato. Lo sguardo scopre i propri limiti /possibilità (dialettica di E.Morin tra vincoli e possibilità)
Lo sguardo:
Risponde a un soggetto (prima che alla realtà)
Opera prelievi parziali (apprensione totale)
agisce nell’attimo (non fuori dal tempo)
Film proposti per la visione: Rashomon di Kurosawa e Le gloice a trois faces di Epstein

ora si tratta di:
1. analizzare i vs girati e di agire riflessivamente su di essi individuandone le parti più significative
2. scegliere uno o più interlocutori significativi nel tentativo di accedere al suo/loro sguardo (punto di vista) nel/sul contesto
3. interagire con i soggetti proponendo loro - previo colloquio/intervista - di costruire insieme un percorso( passeggiata) nel contesto ad oggetto
4. riprese passeggiata

il montato costiuirà la sintesi di queste 5 fasi (la prima è l'esercitazione/esplorazione)
un caro saluto
sara

2 commenti:

  1. Io e Alessandra vi forniamo un piccolo specchietto del nostro prossimo sopralluogo in via Padova e di come abbiamo deciso di organizzare il lavoro.
    Abbiamo concordato di recarci due volte ancora in Via Padova, una prima volta lunedì 19 Giugno per raccogliere del materiale fotografico particolareggiato e delle riprese statiche in punti strategici, come ad esempio la fermata del tram. Nel frattempo prenderemo contatti con alcuni testimoni privilegiati, che vi comunicheremo in seguito, per poter avere delle brevi video interviste con oggetto: il cambiamento di Via Padova negli anni.
    In questo modo pensiamo di poter fornire una cornice all'interno della quale poi inserire il “percorso migrante”.
    Fatto tesoro della precedente esperienza e dei limiti che ne sono emersi ci concentreremo sul particolare anziché sullo sguardo d'insieme. A presto.

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  2. ciao,
    mi pare un buon piano d'azione. domani se ne parla insieme a lezione. Il primo incontro con il direttore artistico dell'orchestra è stato molto interessante e ricco di spunti anche rispetto a queste vostre intenzioni di lavoro/conoscitive.
    Focalizzarsi sulla dimensione del cambiamento è un buon prisma d'azione/riflessione. il punto è, credo, quello di cercare di capire come.
    assumendo che la dimensione del muoversi e circolare/mobilità geografica (economica e sociale) rappresenta in via padova un elemento di continuità - piuttosto che una novità (certo con le specificità connesse al carattere transnazionale rispetto a quello nazionale del movimento) i mutamenti locali in relazione alle dinamiche globali - come appunto la mobilità transnazionale - producono spazi fisici, conreti, attraverso le relazioni tra i soggetti. le relazioni sociali/familiari transnazionali( call center) sono luoghi emblematici di questa riconfigurazione locale come lo sono le agenzie di invio di denaro - i grandi magazzini - i negozi di alimentari "etnici" che rispondono ad esigenze - non solo di consumo - specifiche, etc.
    visto che non si può vedere tutto si tratta appunto di capire cosa e come vedere qualcosa a fondo......
    sara

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