30 marzo 2011

Sciopero mezzi pubblici

Avviso per gli studenti del Laboratorio di entnografia,

Ciao a tutti,
venerdì è stato indetto lo sciopero dei mezzi pubblici. Se lo sciopero non verrà revocato, la lezione di venerdì è sospesa e il prox incontro sarà quello dell'8 aprile alla stessa ora e nella stessa aula.

Sara

29 marzo 2011

Lavoro sul campo

Ciao a tutti,
venerdì 25 si sono svolte le prime riprese a casa di Mike e Paul.
Abbiamo lavorato separatamente con ognuno di loro esplorando lo spazio della loro abitazione/studio attraverso la cocostruzione di un dialogo e l'osservazione a partire dagli elementi materiali che loro utilizzano per sviluppare i loro itinerari e percorsi artistici.
Con Paul abbiamo percorso - e sostato - i suoi quadri, schizzi, appunti, esperimenti, sculture, foto e libri. Uno spazio denso in cui l'articolazione tra vita, memoria ed evoluzione artistica è il risultato di una ricerca quotidiana, "una battaglia" per l'espressione di sé.
Con Mike siamo partiti dal suo piano di lavoro per approdare alle sue composizioni musicali disseminate nella rete e al contesto culturale ed economico milanese ed italiano.
I video girati, che abbiamo parzialmente visionato ieri a lezione, sono le tracce di questo lavoro di campo e, al tempo stesso, il mezzo che abbiamo utilizzato per svolgerlo.
Una riflessione critica sul materiale ci consentirà non solo di procedere con il lavoro ma, soprattutto, di approfondirlo e proseguire con intenzionalità chiare.

Un primo elemento di riflessione è relativo all'equilibrio tra osservazione e partecipazione.
Un secondo elemento, non meno rilevante, è invece relativo all'esplorazione degli itinerari urbani dei due artisti.

In aula abbiamo avviato la discussione di questi elementi, utilizziamo il blog per approfondirla.

un caro saluto,
sara

26 marzo 2011

laboratorio di etnografia

Un caro bevenuto al blog LAMA,
come vi accennavo ieri a lezione, utilizzeremo il blog come forma di interazione e scambio durante la costruzione delle vostre micro - etnografie.

Ieri abbiamo definito le aree tematiche (e i gruppi di lavoro) sulle quali sviluppare il lavoro etnografico:
1. Media e immigrazione: la "rivoluzione" egiziana
2. Media e immigrazione: gli sbarchi a Lampedusa
3. Media ed ecologia: disastro ecologico in Giappone
L'area tematica tre è stata a sua volta suddivisa in 2 gruppi:
a. media italiani
b. media giapponesi e coreani

I testi teorici di riferimento sono i seguenti:
1. Stuart Hall, codifica e decodifica, in Le politiche del quotidiano, La Terza, 2009
2. A. Appadurai, Modernità in polvere, Meltemi, 2002
3. B. Anderson, Comunità immaginate, Manifesto libri, 1991
4. M. Foucault,L'archeologia del sapere, BUR, 1999.

Affronteremo i riferimenti teorici in aula per consentirvi di discuterne insieme nel gruppo e di ri-definire ed esplicitare i termini (definizioni) del discorso.

In ultimo abbiamo definito il primo step del lavoro di ricerca: raccolta dei materiali mediatici che hanno trattato i temi ad oggetto ed analisi delle formazioni discorsive che li istuiscono.

Precisazioni tecniche: come osserverete il Blog non è specifico sul nostro lavoro ma fa parte di un progetto più ampio che ci riguarda ma non in modo esclusivo. E' importante tenerlo presente per conservare le demarcazioni tra i diversi ambiti di azione e di riflessione.
Venerdì prox definiremo insieme i nomi da attribuire ai gruppi in modo da muoverci facilmente nel blog senza creare confusione. Sotto l'area di scrittura dei post trovate uno spazio in cui inserire le etichette ( titolo del post). Decideremo insieme le etichette da utilizzare. per ora limitiamoci a quella qui proposta: Laboratorio di etnografia 2011
un caro saluto
sara

25 marzo 2011

commento incontro 14/03

Cari tutti,
mi accingo solo ora ad inserire un piccolo commento a seguito dell’incontro con i due artisti avvenuto lunedì 14 marzo. Nonostante vi fosse il timore iniziale di un possibile condizionamento di uno spazio anomalo di interazione (aula), devo constatare che vi sono stati rarissimi momenti di silenzio o di imbarazzo e la comunicazione è apparsa fluida e coinvolgente. I due artisti hanno avuto la possibilità di farsi conoscere, secondo peculiarità individuali, anche esprimendosi attraverso la propria forma d’arte. Ad esempio Mike ci ha riferito che “crea musica rap per cercare di far riflettere e musica elettronica per far divertire, l’importante è esprimersi”. Ed è da questo desiderio di espressione che si può iniziare ad intuire la circolarità tra la loro esperienza artistica e le loro vite, una circolarità che verrà ulteriormente esplorata lavorando insieme ad una costruzione filmica intesa come processo di significazione culturale.
Durante l’incontro, sono emersi elementi fondamentali sul tema della migrazione con l’obbligato accenno alla normativa vigente per il conseguimento della cittadinanza da parte dei figli degli immigrati. Collegandosi a ciò, Mike ha riflettuto con noi sulla sensazione di percepirsi né filippino né italiano quasi in una dimensione definibile di doppia assenza.
Sono stati interessanti anche alcuni commenti su Milano nella sua dimensione urbana composta da segni, immagini, suoni, gesti ma anche forme e colori se pensiamo ad una Milano associata (da Paul) ad un quadro di De Chirico. Ritengo pertanto che si sia avviato, in ottimo modo, un percorso che condurrà ad un progressivo avvicinamento agli artisti.
Credo che in questo momento si stiano svolgendo le prime riprese con Mike nel proprio appartamento…una buona occasione di socialità in un luogo di dimora e di intimità. Buon lavoro!
A lunedì

Marta B.

24 marzo 2011

interazione e scambio con gli artisti del progetto culturalmente

Ciao a tutti,
il 14 si è tenuto il primo incontro in sede laboratoriale con gli artisti coinvolti nel primo video del progetto: Paul e Mike Samaniego.
L'incontro è stato preceduto da una discussione preliminare dalla quale sono emersi diversi nodi interessanti di riflessione ed analisi sia a livello teorico che pratico.
il tentativo - sperimentale - è stato quello di applicare la teoria (vedi tag sulle risorse e sulle potenzialità dei mezzi audio - visivi) alla pratica del nostro lavoro di ricerca chiarendo in primo luogo le differenti intenzionalità conoscitive in gioco e come tradurle a livello dei contenuti ( questioni) e della forma("setting e riprese")dell'incontro con gli artisti.
Ecco alcuni degli aspetti rilevanti che sono emersi incontro precedente all'ingresso dei soggetti sul campo:
- Simmetria e asimmetria delle relazioni tra ricercatore e soggetti della ricerca
- Precomprensione: in che modo le idee maturate in riferimento al tema dell'im/migrazione ci portavano a formulare le ns questioni (domande) e ad orientare il nostro lavoro ed, in particolare, la ns consapevolezza in merito a questo.
- Problematizzazione del contenitore tematico del progetto ( immigrazione)
- posizionamento in rapporto alle ns intenzionalità conoscitive.
- dimensione intersoggettiva delle conoscenze acquisite attraverso l'esperienza etnografica.
- intertetestualità nella produzione filmica: come, cosa e perchè.
Tali aspetti potrebbero costituire delle linee guida per riflettere insieme sul lavoro che stiamo svolgendo.

L'incontro con Mike e Paul è stato molto denso e interessante.
Anche da questo sono emerse diverse questioni. credo varrebbe la pena discuterne insieme allo scopo di comprendere quali sono le conoscenze/saperi e saper fare che sono emersi dall'utilizzo dei mezzi audio - visivi di registrazione e di esplorazione della realtà sociale ed umana con la quale ci stiamo confrontando.
L'incontro con Mike e Paul era stato organizzato con l'intenzione di presentarci - conoscerci e confrontarci insieme a loro sulla produzione filmica e sul piano di lavoro precedentemente definito.
L'idea era inoltre quella di costruire una traccia audio - visiva del nostro percorso con la quale confrontarci alla fine delle riprese nell'ottica di un coinvolgimento attivo dei soggetti della ricerca.

Uno dei contenuti del dialogo che, a livello teorico, mi è sembrato molto rilevante è relativo al binomio "seconde generazioni" ed "origine". "
E' un tema molto complesso da affrontare e credo che gli strumenti audio - visivi di registrazione possano costituire una risorsa per esplorarlo.

Mike ha espresso tale questione in modo chiaro ed esemplificativo a partire dalla sua esperienza. La domanda "Da dove vieni?" alla quale lui si ritrova costantemente a rispondere sintetizza in modo semplice ed efficace molte delle contraddizioni e dei paradossi della nostra realtà contemporanea.

Mi pare che questo sia un'esempio rilevante di come i mezzi audio - visivi possano contribuire nel loro specifico alla riflessione e compresione dei fenomeni e degli oggetti della nostra ricerca.

Lunedì lavoreremo sui materiali audio - visivi montando insieme i video dell'incontro che poi posteremo (link youtube) sul blog.

Cercate di riflettere sull'esperienza dell'incontro del 14 e di postare una breve sintesi di queste sul blog.
L'etichetta (tag) da utilizzare è quella di questo post
un caro saluto
sara

14 marzo 2011

commento al progetto in corso

Post di Davide Fossati,
Alcune citazioni (da Culturalmente) da cui parto.

Un problema di partenza

Se tra gli esperti del settore, e tra coloro che da anni lavorano sui temi dell’interculturalità e dell’integrazione, è ormai chiaro che la cultura non è un’entità monolitica che spiega le differenze, a livello del senso comune l’idea della cultura come contenitore chiuso di elementi dati è invece radicata e diffusa

Una realtà

Questi incontri interculturali, il più delle volte misconosciuti, rappresentano luoghi culturali fondamentali della nostra contemporaneità

a sostenere la relazione con le persone

Trasformazioni culturali

Ancora in una zona d’ombra sono rimaste invece le trasformazioni culturali: l’approccio è stato ed è dunque soprattutto di tipo “compensatorio”,

alla consapevolezza che il sé e l’altro sono mutuamente costitutivi dello stesso stato di coscienza

COsTRUZIONE DI RELAZIONI

Lo spettatore è invitato alla scoperta delle relazioni tra le immagini


L’importanza della dimensione relazionale nel linguaggio filmico consente inoltre di mettere in scena il percorso di ricerca e di rappresentare i significati culturali attraverso lo stesso processo di produzione filmica.

Una domanda propulsiva

quando e come diventa possibile un’identità culturale che non si tramuti in habitus ?

una metodologia e un obiettivo

costruire degli archivi della memoria.


Mie note

Individuare le realtà di produzione culturale realizzate da cittadini di provenienza straniera sottolinea la possibilità di evidenziare il margine di propositività che la presenza di componenti straniere porta nella comunità.

Questo porta significati culturali di arricchimento che si riflettono sulla percezione comune a proposito della presenza degli stranieri nella comunità che, come detto nelle citazioni, al momento presenta maggiormente gli aspetti problematici dell’inserimento d’emergenza in circuiti di primo sostegno.

La produzione culturale da parte di cittadini stranieri e la possibilità di fruizione da parte della comunità
allargata è un passaggio che rende possibile un avvicinamento tra gruppi sociali e la possibilità di facilitare dei percorsi di riflessione sull’”Altro”, cominciando a costruire uno spazio per la presenza dell’Altro nel tessuto sociale e nelle consapevolezze personali degli individui: viene rese possibile una presenza dell’Altro all’interno del panorama personale, scavalcando le abituali barriere concettuali.

La presenza dell’Altro viene arricchita dalla valenza delle manifestazioni artistiche che propongono una visione del cittadino straniero come propositore di contenuti e valori.

In questa direzione la possibilità di testimoniare attraverso il supporto audio-video le occasioni di eventi culturali in situazione intra-comunitaria rende possibile la diffusione di una immagine delle
altre comunità, presenti sul territorio e nel tessuto sociale attuale, differenti dalle immagini comuni che le dipingono come gruppi problematici e come un aggravio dei problemi della comunità in generale.

Diffondere immagini di piccoli gruppi comunitari stranieri propositivi e produttori di occasioni comunitarie e culturali di valore propositivo, fornisce elementi di trasformazione dell’immagine e degli atteggiamenti finora rivolti dalla comunità allargata a queste piccole comunità straniere.

Una linea di ricerca è rappresentata dall’individuazione di occasioni di produzione culturale “originale”, che si differenzi dunque dagli abituali clichè esistenti sulle occasioni di aggregazione e di manifestazione comunitaria attribuibili ai piccoli gruppi comunitari esistenti da tempo sul territorio, che possiamo riassumere in una percezione negativa e di disturbo, malgrado non sia conosciuta.
Per originale si intende la produzione culturale che partendo da elementi propri al contesto comunitario del gruppo di appartenenza incontra poi la realtà comunitaria allargata e con essa si confronta, creando un valore nuovo e aggiuntivo.

Un processo che trovo interessante è la possibilità di creare un dialogo tra componenti comuntarie diverse, creando la possibilità di un senso più allargato e complesso di quel che significa “appartenenza”.
Il confronto e il dialogo, la messa in relazione come elementi necessari a smontare il preconcetto e la diffidenza; a creare anche la possibilità di nuovi incontri, su nuove basi.

L’incontro e la relazione come elementi necessari alla creazione di novità, crescita, sviluppo comunitario e culturale.

11 marzo 2011

Potenzialità e risorse mezzi audio - visivi

Potenzialità e risorse nell’utilizzo dei mezzi audio – visivi (tratto da MacDougall D., Transcultural cinema, Princeton University Press, N.J., 1998):
- Nel video è possibile dare spazio alla molteplicità delle voci che compongono il tema /contesto ad oggetto. Dialettica tra definizioni endogene ed esogene / dialettica sé altro. Non c’è un sé sostanziale assoluto quanto non esiste un’alterità sostanziale ed assoluta = sé ed altro sono frammentari, parziali e mutuamente costitutivi
- Passaggio che va dalla percezione alla produzione delle rappresentazioni : il come dell’articolazione significante del sé e dell’altro e sua dimensione intersoggettiva
- Dalla trx alla produzione di significato
- Esplorare la percezione, l’esperienza e il vissuto attraverso la sua iscrizione nei corpi, gesti, sguardi.
- Opacità e ambiguità del visivo come risorse e non come deficienze da correggere con la prosa.
- Riflessività e risonanza
- Conoscenza prodotta attraverso l’esperienza etnografica: come viene vissuta da chi la incorpora e la ricrea nel tessuto dell’esperienza (Sapir,49 : a more intimate structure of culture)
- Memoria, emozioni, sensi, la costruzione del sé + la trx ed elaborazione creativa della cultura.
- Ruolo performativo nella conoscenza di tipo antropologico / attenzione alle relazioni + sviluppo progressivo della conoscenza – processo di conoscenza che emerge attraverso lo stesso processo di produzione filmica.
- Evocation ( Tyler) – produzione di comprensione più che dell’oggetto in sé. Evocazione di una conoscenza incorporata. Il sapere antropologico non solo come risultato di una riflessione sull’esperienza ma come riflessione che include l’esperienza. L’esperienza è in parte la conoscenza che non può sopravvivere al processo di traduzione: è relazione più che un oggetto in sé. I significati risiedono nella performance: dominio immediato dell’azione. ( body praxis)
- Il film può attuare come antropologia performativa mettendo in scena il carattere relazionale della conoscenza antropologica – processo di
- Raggiungere direttamente l’esperienza emozionale e corporea. Knowledge by acquaitance ( fare la conoscenza di )
- Politiche culturali: costruzione di rappresentazioni alternative/critiche

7 marzo 2011

Laboratorio di antropologia visiva ( secondo semestre/ Unversità Milano - Bicocca, Magistrale di scienze antropologiche ed etnologiche)

Ciao a tutti,
il post con il progetto che trovate sopra vi è utile per inquadrare le vostre intenzionalità in accordo con le linee progettuali che, necessariamente, vanno problematizzate, elaborate e attuate.
Iniziate con l'isolare all'interno del testo tali linee guida e a scambiarvi i vostri commenti (contributi)in merito.
Procediamo per ora utilizzando lo strumento commenti a questo post ( trovate l'icona per inserire i commenti sotto al post) per poi procedere all'elaborazione delle etichette che ci consentiranno un proficuo utilizzo di questo strumento di scambio e comunicazione (blog).
Come avrete infatti notato, sotto lo spazio di scrittura del post, avete l'opzione etichette che definisce l'ambito di discussione nel quale inserite i vostri contributi.
La definizione dell'oggetto è parte integrante, oltre che complessa, del nostro lavoro come antropologi ed etnografi ed è quindi necessario dedicarvi la dovuta attenzione.
Prima dell'incontro preliminare con i soggetti della ricerca, per il quale sono in attesa di conferma, vi chiedo di svolgere questo lavoro in modo da fornirvi degli strumenti per una partecipazione ragionata ed attiva allo stesso.
Un caro saluto,
sara
n.b. sopra lo spazio di scrittura del post trovate l'icona modifica html. Se cliccate sull'icona sarete in grado di utilizzare l'opzione copia/incolla da vostri file già esistenti o scritti in separata sede. Penso possa esservi utile....

progetto culturalmente:itinerari artistici verso l'interculturalità

Progetto Finanziato dalla Fondazione Cariplo
Capo fila Progetto: Università Milano - Bicocca
Patner Progetto:
CULTURALMENTE: Itinerari artistici verso l’interculturalità
1. Il contesto del progetto
Il paesaggio delle città si compone quotidianamente di segni, immagini, suoni, gesti... che ne fanno la cornice inedita e in movimento di storie, espressioni e narrazioni che si intrecciano o, più spesso, si ignorano. Le manifestazioni quotidiane della diversità prossima e visibile, della multiculturalità di fatto in cui ci troviamo a vivere, si collocano nei molteplici spazi dell’abitare e del comunicare. Non solo dunque, relegate negli ambiti del lavoro o della cura, ma immerse nei luoghi della socialità e dello spazio pubblico, dell’intimità e della dimora, delle relazioni e degli affetti.
In un tempo relativamente breve sono avvenute trasformazioni cruciali e profonde, in senso multiculturale, delle e nelle comunità locali. Alcuni dati, che fanno da contesto alle innumerevoli microstorie della convivenza fra diversi, servono a rendere in maniera inequivocabile e oggettiva lo scenario del quotidiano incontro tra donne, uomini, comunità che hanno diversi riferimenti e differenti origini.
• Nel territorio provinciale milanese soggiornavano alla fine del 2008 circa 400.000 cittadini stranieri residenti , la metà circa dei quali donne, provenienti da una pluralità di Paesi e contesti.
• Il futuro del nostro Paese e delle nostre comunità è dunque sempre di più affidato anche alla responsabilità di cittadini che portano con sé la sfida, la fatica e la ricchezza delle differenze. I dati sulla presenza dei minori stranieri ce lo confermano e lo dimostrano con chiarezza. A Milano, ad esempio, i residenti di nazionalità straniera costituiscono ad oggi più del 14% della popolazione totale (190.000 circa su 1.302.753); ma nella fascia di età minorile l’incidenza percentuale è pari al 20% (i minori stranieri residenti sono infatti 34.575 su 150.931).
• Un altro dato conferma la fisionomia variegata che avrà la “generazione che verrà” nel territorio milanese: nella scuola italiana, in media, vi sono 5.6 alunni stranieri ogni cento, ma a Milano essi rappresentano in media il 14.2% delle presenze.
• Sempre di più anche le coppie e le famiglie assumono caratteristiche multiculturali, grazie ai matrimoni e alle unioni miste, all’adozione internazionale, alla nascita dei bambini figli “di due culture”. Un matrimonio su cinque a Milano è fra italiani e stranieri, ma le relazioni amorose che non conoscono confini sono ovviamente molte di più .Grazie ai percorsi adottivi, inoltre, entrano ogni anno nelle famiglie italiane più di 5.000 bambini nati altrove, che portano con sé frammenti e tracce di memorie di un’altra lingua e un’altra cultura.

L’esperienza quotidiana della diversità, le forme e i segni della multiculturalità diffusa permeano dunque gli spazi pubblici e privati delle città, colorano le relazioni, indirizzano le scelte, popolano parole e linguaggi, trasformano i riti e i modi di comunicare. Le differenze, raccontate attraverso i volti delle persone e veicolate dalle loro storie e narrazioni, non sono più dunque solo relegate e chiuse entro i tempi e i luoghi del lavoro e della necessità, ma dimorano nelle case, nella quotidianità condivisa, nei ruoli comuni di chi è - insieme agli altri - genitore, coniuge, consumatore, paziente, utente, cittadino... dovunque si collochi il suo luogo di nascita.
Coloro che vengono da lontano e che entrano nei servizi per tutti non portano con sé differenze e schemi culturali precostituiti e immobili, ma esprimono piuttosto riferimenti e frammenti culturali diversi e in movimento.
Culture dunque, e non pietre, per usare un’efficace espressione dell’antropologo Marco Aime .
E ognuno le esprime e le trasforma, in maniera diversa, in pratiche quotidiane e in rappresentazioni/espressioni contestuali e contestualizzate. La variabilità culturale che possiamo rintracciare nell’una e nell’altra storia, all’interno di una stessa appartenenza nazionale, è infatti importante e imprevedibile.
L’esperienza e l’incontro con adulti e bambini che vengono da lontano ce lo confermano ogni giorno. Abbiamo appena definito un certo “copione” cognitivo entro il quale collocare le storie di chi arriva dalla Romania o dal Perù….., quando la relazione con altre persone della stessa provenienza mette in discussione le nostre certezze. Così come è arduo definire in maniera univoca e condivisa la “cultura autoctona”, è altrettanto impossibile rinchiudere le biografie e la singolarità di ciascuno entro gli schemi rigidi di un’appartenenza definita una volta per tutte.
Il contributo della disciplina Antropologica, che ha fatto della cultura il suo specifico oggetto di studio, può offrire un valido contributo alla comprensione della diversità culturale.
La pratica etnografica, che è il metodo specifico della disciplina Antropologica, offre infatti un modello positivo e condivisibile di good practices per un approccio significativo alla diversità culturale.
Se tra gli esperti del settore, e tra coloro che da anni lavorano sui temi dell’interculturalità e dell’integrazione, è ormai chiaro che la cultura non è un’entità monolitica che spiega le differenze, a livello del senso comune l’idea della cultura come contenitore chiuso di elementi dati è invece radicata e diffusa.
Risulta quindi urgente favorire la crescita quantitativa del pubblico nei confronti delle esperienze interculturali a livello locale che operano nel campo della rappresentazione culturale.
E’ questo, infatti, un ambito privilegiato attraverso il quale è possibile accogliere il bisogno di riconoscimento sociale e culturale delle minoranze presenti nel territorio e, al tempo stesso, promuovere quelle pratiche culturali che esprimono e rivelano la ricchezza e la varietà che può emergere dagli incontri interculturali. Questi incontri, il più delle volte misconosciuti, rappresentano luoghi culturali fondamentali della nostra contemporaneità.

L’approccio interculturale e le forme della mediazione che ad esso si richiamano possono servire dunque, non tanto a descrivere e irrigidire le differenze culturali, quanto a sostenere la relazione con le persone, differenti l’una dall’altra. A partire dalle due parole/chiave di integrazione e intercultura - che sono diventate di fatto “bussole” dell’agire, anche se non sempre univocamente interpretate - nelle città e nei servizi si è cercato in questi anni di dare risposta a bisogni individuali e specifici dei bambini, dei ragazzi e degli adulti che vengono da lontano. Domande di orientamento, accoglienza, acquisizione della nuova lingua, mediazione, accesso all’uso dei servizi comuni…: verso queste sollecitazioni e attese si sono soprattutto indirizzate la progettazione e le attenzioni degli operatori. Forme di quotidiane approssimazioni sulle quali si è nel tempo consolidato un sapere e un saper fare fra gli operatori e nei servizi.
Ancora in una zona d’ombra sono rimaste invece le trasformazioni culturali che tuttavia stanno avvenendo nel contesto che accoglie, negli spazi condivisi, nelle reciproche rappresentazioni, nelle modalità del vivere insieme. Pur se non dichiarato, nei fatti, l’approccio è stato ed è dunque soprattutto di tipo “compensatorio”, volto a colmare lacune, fornire competenze di base, “attrezzare” velocemente per un cammino comune nei servizi per tutti.
Tutto questo è naturalmente cruciale e ineludibile. Ma non è sufficiente l’azione specifica e mirata se, parallelamente, non si indirizza l’attenzione e l’azione anche verso la comunità che accoglie, i suoi cambiamenti, le forme di chiusura e distanza, i segni dell’apertura e del reciproco scambio .

1.2 Le origini del progetto
Questo progetto nasce dall’incontro fra alcune linee di ricerca sviluppate da docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” dell’Università di Milano Bicocca e l’attività culturale del Centro Come.
All’interno del Dipartimento esistono il Cream (Centro ricerche Etno Antropologiche Milano) e il LAMA (Laboratorio permanente di Antropologia dei Media) che già da alcuni anni hanno avviato una riflessione sulla questione centrale, non solo per il campo disciplinare in senso stretto, ma anche in relazione a più ampie azioni di politica culturale, delle pratiche di espressione, rappresentazione e in generale di costruzione dei significati culturali che circolano poi nello spazio sociale.
Sperimentare nuove forme di rappresentazione delle conoscenze acquisite attraverso l’esperienza etnografica che pongano in primo piano la dimensione intersoggettiva della produzione dei significati culturali è il nucleo concettuale dell’attività del CREAM e del L.A.M.A. ( Laboratorio di Antropologia dei Media audio – visivi). Questi due centri di ricerca riuniscono al loro interno un gruppo di ricercatori impegnati in progetti individuali di ricerca in differenti aree di studio, che condividono l’interesse comune per una tematizzazione del rapporto tra i media, il senso comune e la formazione, il mantenimento e/o il cambiamento delle credenze sociali e dei sistemi valoriali.
A partire da una riflessione critica ed operativa sul lavoro di autori afferenti all’area anglosassone degli studi culturali, si è poi proposto agli studenti l’utilizzo di approcci differenti applicati all’analisi culturale. Attraverso dei cicli di laboratori aperti in un primo tempo a tutti gli studenti delle Facoltà umanistiche e, attualmente, agli studenti della Laurea Magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Milano Bicocca si è aperto uno spazio di riflessione e sperimentazione nell’ambito delle pratiche audio – visive finalizzate alla rappresentazione dell’esperienza etnografica e alla trasmissione del sapere antropologico.
Il laboratorio, alla sua quarta edizione, si propone di offrire agli studenti gli strumenti di base per una restituzione audio visuale del lavoro etnografico. Attraverso la progettazione e la realizzazione di una microetnografia, gli studenti sono invitati a riflettere sul processo di significazione culturale e sulla produzione culturale attraverso l’utilizzo del mezzo filmico (videocamera) di registrazione dell’esperienza di ricerca.
E’ a partire da queste premesse teoriche e metodologiche che si è pensato di proporre un primo e quindi un secondo tentativo di messa in forma audio – visiva del lavoro etnografico con il coordinamento di Vincenzo Matera, docente di antropologia linguistica nell’Università di Milano Bicocca, in collaborazione con il Centro Come di Milano. Il percorso si è avviato a partire dagli esiti della ricerca “Talenti extravaganti”, una mappatura sul territorio milanese della presenza delle espressioni artistiche e culturali dei cittadini immigrati curata dal Centro Come, servizio della cooperativa sociale“ Farsi prossimo”, per l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano.
“Migrazioni d’arte ” I e II sono due video già realizzati, con i contributi dell’Assessorato alla cultura, culture e integrazione della Provincia di Milano della passata amministrazione, che alleghiamo al presente progetto e che riproducono le iniziali sperimentazioni nell’ambito della rappresentazione audio – visiva dell’esperienza etnografica di ricerca sulle soggettività artistiche di cittadini immigrati.
Si è scelto di proporre agli artisti di lavorare insieme ad una costruzione filmica, che esplorasse e rappresentasse la circolarità tra le loro esperienze artistiche e la loro vita. Abbiamo assunto il tema della migrazione sia in rapporto alla memoria dei loro vissuti di emigrazione, sia accentuandone le potenzialità metaforiche in riferimento alle loro produzioni artistiche e culturali ed ai loro vissuti.
In “Migrazioni d’arte” I abbiamo montato il materiale audio – video raccolto durante i colloqui e le riprese di eventi culturali e artistici a cui abbiamo partecipato insieme a 4 artisti attivi sul territorio milanese: Modou Gueye (attore senegalese), Agustin Olavarria (scultore e pittore argentino), Gabriella Kuruvilla (pittrice e scrittrice indo – italiana) e Mihai Mercea Buctovan (scrittore romeno).
In “ Migrazioni d’arte” II ci siamo concentrati sulla soggettività di due artisti argentini contemporanei: Julio Paz (pittore e scultore) e Candelaria Romero (attrice, scrittrice e poetessa).

2. Gli obbiettivi del progetto

2.1. Obbiettivi generali

a. Orientare, qualificare ed equilibrare la partecipazione, favorendo l’incontro/integrazione tra diversi pubblici: Itinerari artistici verso l’interculturalità
Pensare alle espressioni artistiche, e non solo a quelle letterarie, come a istanze di mediazione e di articolazione interculturale delle differenze, ci consente sia di valorizzare le produzioni culturali dei cittadini immigrati, che di promuovere e diffondere le istanze di mediazione che queste produzioni rappresentano.
Il valore artistico di alcune di queste produzioni risiede infatti nella loro capacità di raggiungere direttamente l’esperienza emozionale e corporea degli interlocutori, promuovendo un tipo di conoscenza capace di articolare le differenze a livello intersoggettivo e partecipatorio.
La proposta di ricostruire gli itinerari artistici, di lavorare sulla costruzione e sulla ricostruzione del sé di alcune di queste soggettività, attraverso l’arte, è anche un modo per promuovere l’elaborazione di nuovi immaginari, o paesaggi della mente , sulla diversità culturale.
La ricerca di nuove strategie di rappresentazione si colloca a metà strada tra il bisogno di riconoscimento sociale della differenza e quello di conoscenza della diversità culturale.
Se non c’è un sé sostanziale che ci costringe entro configurazioni chiuse e delimitate rigidamente, allora non c’è nemmeno un’alterità assoluta e inavvicinabile.
Dire che il sé e l’altro sono frammentari e parziali non equivale ad un elogio della differenza tout court, ma piuttosto alla consapevolezza che il sé e l’altro sono mutuamente costitutivi dello stesso stato di coscienza. E’ attraverso una relazione, sia reale che immaginaria, che il sé e l’altro divengono mutuamente costitutivi. Ecco che le espressioni artistiche e culturali dei cittadini immigrati si configurano come ponti tra vissuti ed esperienze differenti, collocate al confine tra riferimenti geografici, politici, sociali ed economici differenti, queste opere sintetizzano e rendono condivisibile l’arte quotidiana del nostro presente.
b. Favorire la crescita quantitativa del pubblico: Risorse e potenzialità del linguaggio audio - visivo

Il linguaggio filmico, come ha osservato MacDougall , è un’arena di coinvolgimento con il mondo che implica sia il ricercatore e il soggetto/i della ricerca, che l’audience. Privilegiando l’esperienza sulla spiegazione e l’implicazione dei soggetti sulla dimostrazione, il film si configura come una forma partecipatoria di produzione dei significati culturali.
La memoria, le emozioni, i sensi, la costruzione del sé e la trasmissione creativa della cultura trovano nelle forme visuali, il film e il video in particolare, un medium di espressione che coinvolge lo spettatore nel processo stesso della costruzione del significato.
Il montaggio cinematografico, inoltre, consente di rappresentare la simultaneità e la dispersione della produzione contemporanea dell’identità culturale .
Lo spettatore è invitato alla scoperta delle relazioni tra le immagini. Queste sono connesse tra loro non solo attraverso il principio della prossimità dell’una all’altra, ma anche e soprattutto attraverso la loro risonanza sia a livello individuale che sociale. L’audience è inserito nello scarto tra le riprese (fase etnografica) e le sequenze delle immagini e questo scarto può produrre una relazione che è profondamente interattiva e interpretativa.
Il linguaggio visivo consente di esplorare l’esperienza e il vissuto attraverso la sua iscrizione nei corpi, nei gesti e negli sguardi e, così facendo, di rendere comprensibile come la gente vive i significati culturali e li ri – crea per sé e per gli altri nel tessuto dell’esperienza.
L’importanza della dimensione relazionale nel linguaggio filmico consente inoltre di mettere in scena il percorso di ricerca e di rappresentare i significati culturali attraverso lo stesso processo di produzione filmica.
Una cosa è l’idea che ci si può fare dell’opera di un artista, un’altra cosa è vedere l’artista all’opera e in interazione con la sua opera.
In un linguaggio più disciplinare è evidente che l’inclusione dell’esperienza o di una riflessione sull’esperienza sono due ambiti di comunicazione e di conoscenza differenti tra loro.
L’uno non esclude l’altro, ci sembra però che, al fine di favorire la crescita quantitativa del pubblico alle produzioni culturali ed artistiche dei cittadini immigrati, i film possano attivare un’antropologia performativa mettendo in scena il carattere relazionale della conoscenza antropologica e contribuire, in questo modo, alla diffusione ed alla promozione non solo di un’idea positiva di cultura ma anche di positive e costruttive esperienze di buone pratiche interculturali.

c. Rimuovere le eventuali barriere (economiche, sociali, culturali, di orario, etc.) che ostacolano l’accesso: Archivi della memoria
Ci troviamo spesso ai margini di una globalità ancora tutta da definire e, simultaneamente, al centro di territori urbani interessati da una profonda riconfigurazione locale, dove l’articolazione sociale della differenza, come dimostrano i recenti avvenimenti che hanno interessato Via Padova, dà luogo a conflitti che assumono forme violente.
Come ha osservato Miguel Mellino , il confronto tra le affermazioni di molti autori contemporanei sulle identità deboli, a confronto con situazioni ed eventi sociali come quelli verificatisi recentemente in Via Padova, ci invitano a problematizzare certi assunti e certi presupposti teorici sulle dinamiche delle identità culturali. Se la teoria non deve diventare una forma rinnovata di ideologia, per quanto eticamente auspicabile, è necessario mettersi in relazione con l’esperienza sociale di soggetti concreti. Scrive Mellino:
“(…) credo che solo la ricerca etnografica possa dirci qualcosa di più sui modi in cui i gruppi e i soggetti vivono le proprie realtà, i propri conflitti, le proprie contraddizione e il rapporto con gli altri. Solo un contatto ravvicinato può rivelarci qualcosa sull’utopia postcoloniale e sul suo quesito fondamentale: quando e come diventa possibile un’identità culturale che non si tramiti in habitus ?” [ pag. 149 ] .
Crediamo che il progetto che abbiamo articolato, nei suoi molteplici aspetti e livelli, vada in questa direzione e che gli sforzi per una traduzione del sapere antropologico sulla differenza in forme accessibili alla cittadinanza siano un contributo importante alla diffusione di buone pratiche interculturali delle quali si avverte l’urgenza e la necessità.
Durante la lavorazione dei materiali audio-visivi raccolti per la costruzione della seconda fase di sperimentazione nelle tecniche di rappresentazione audio – visiva dell’esperienza etnografica, uno degli artisti coinvolti nel progetto è deceduto. Dedichiamo a Julio Paz, pittore, scultore e poeta argentino questo nostro video “Migrazioni d’arte II”.
Per Julio l’arte delle rappresentazione era una battaglia quotidiana, “una questione di vita o di morte” , per usare le sue parole, così efficaci e potenti. La sua morte ci ha portato a riflettere sull’importanza di documentare le esperienze interculturali in campo artistico.
Con questo progetto ci proponiamo infatti di costruire degli archivi della memoria da strutturare e rendere disponibili alla fruizione da parte di associazioni culturali e a carattere sociale, che ne richiedano l’utilizzo presso le loro sedi per eventi culturali e sociali aperti al pubblico. In questo modo pensiamo di gettare le basi alla creazione di un network interculturale che colleghi in misura più produttiva e proficua l’università e la cittadinanza.
Le teorie della comunicazione ci insegnano che il rapporto tra spettatore e produzione mediatica e culturale è molto più complesso, aperto e coinvolgente di quanto generalmente si dia per scontato.
Ci sembra utile osservare anche qui che la teoria, senza l’ausilio della pratica, si chiude su se stessa senza contribuire all’apertura di nuovi orizzonti di senso comuni.
La consapevolezza che l’idea di cultura come entità sostanziale sia frutto di una costruzione, a livello sociale e culturale, non la rende meno efficace nel determinare la qualità delle articolazioni sociali della differenza.
Il progetto che qui proponiamo ha l’obbiettivo prioritario di rimuovere le innumerevoli barriere che rendono difficile la fruizione della produzione culturale e artistica dei cittadini immigrati e di favorire la crescita quantitativa del pubblico connettendo, in modo semplice ed accessibile, i diversi luoghi di questa produzione culturale. Siamo convinti che alcune delle espressioni artistiche e culturali dei cittadini immigrati rendano possibile immaginare e realizzare itinerari possibili e percorribili di “futuribilità”.
Con questo termine nuovo, inventato attraverso il progetto che qui presentiamo, vogliamo intendere la possibilità di contribuire alla formazione di politiche culturali che assumano l’immaginazione, verso futuri possibili di convivenza, come punto di partenza nella costruzione di forme abitabili di solidarietà e convivenza nel nostro presente.

2.1 Gli obiettivi specifici del progetto
a. individuare e documentare i “talenti” artistici e culturali presenti nelle comunità straniere
- documentare le diverse espressioni e manifestazioni culturali e interculturali prodotte da cittadini stranieri, giovani e adulti, nei campi espressivi diversi della narrazione, l’animazione teatrale, la musica, la danza, le arti visive con i mezzi audio – visivi di registrazione dell’esperienza etnografica di ricerca;
- produrre nuovi documentari implementando e ampliando il percorso già avviato
b. dare visibilità alle manifestazioni interculturali e avvicinare i cittadini stranieri ai luoghi culturali di tutti
- organizzare negli spazi culturali ed educativi comuni iniziative di presentazione delle espressioni artistiche e culturali raccolte;
- proporre un’idea dell’immigrazione diversa e inconsueta, che si basa sulla possibilità e l’opportunità degli scambi culturali e artistici;
- avvicinare a questi luoghi anche singoli e gruppi di cittadini stranieri che non ne sono tradizionali utenti e fruitori;
c. diffondere i materiali raccolti
- documentare le espressioni culturali ed artistiche e metterle a disposizione degli operatori, delle biblioteche, delle scuole, dei luoghi di incontro comuni;
-favorire lo scambio culturale e le espressioni interculturali.
d. promuovere e diffondere a livello sociale il contributo che la disciplina antropologica offre alla comprensione della diversità culturale
- creare archivi audio – visivi che documentino e rendano accessibili i risultati del lavoro di ricerca;

- promuovere uno spazio di riflessione e di scambio nell’ambito delle pratiche di rappresentazione culturale audio – visuali;

- favorire e sviluppare i canali di comunicazione tra i luoghi della cultura di cui l’università fa parte.

3. Strategia d’intervento. Le azioni in cui si articola il progetto
Il progetto avrà avvio, in caso di esito positivo della richiesta di finanziamento, a settembre/ottobre 2010, e conclusione entro giugno 2012; è prevista la seguente articolazione operativa :
Prima fase. Scoprire i luoghi della cultura: le espressioni artistiche multiculturali ( da settembre/ottobre 2010 fino a ottobre/novembre 2011)
- individuazione dei talenti migranti da coinvolgere nella produzione audiovisiva rappresentativi di quattro aree espressive: musica e danza; teatro e animazione culturale; arti visive; scrittura e narrazione (1 mese);
- predisposizione della griglia teorica di riferimento per la ricerca sul campo (1 mese);
- predisposizione delle schede di rilevazione (2 settimane);
- organizzazione degli incontri etnografici;
- ricerca etnografica: osservazione, partecipazione, interviste, raccolta di storie di vita, registrazioni audio video (8 mesi);
- realizzazione di 4 film etnografici (12 mesi).

N.B. I tempi hanno subito una variazione slittando a gennaio 2011-luglio 2012 per un totale di 19 mesi.

Seconda fase. Dai luoghi della cultura alla mediazione interculturale: presentazione dei film etnografici (da ottobre/novembre 2011 fino alla chiusura del progetto).
- seminario di presentazione dei 4 film etnografici;
- organizzazione di 2 incontri nelle biblioteche su scrittura e narrazione migrante;
- organizzazione di 2 incontri nelle scuole primarie e secondarie su musica e danza;
- organizzazione di 2 incontri nei licei artistici su arte visiva;
- organizzazione di 4 incontri presso associazioni culturali del territorio;

In questa fase saranno coinvolte le scuole, le biblioteche del Comune di Milano e le associazioni che hanno aderito al progetto (vedi lettere d’intenti allegate).
- predisposizione di un sito web dedicato in cui rendere disponibile il materiale prodotto, dare notizie aggiornate sugli eventi culturali, offrire un punto di riferimento costante per coloro che operano nel campo della divulgazione di cultura e della mediazione interculturale;
- predisposizione di una sezione specifica sul sito del Centro Come www.centrocome.it dove rendere disponibile il materiale prodotto, dare notizie aggiornate sugli eventi culturali, offrire un punto di riferimento costante per coloro che operano nel campo della divulgazione di cultura e della mediazione interculturale;
- promozione dei film etnografici tramite canali innovativi e media;
- eventuale richiesta di patrocinio in occasione del 2010 - Anno europeo contro l’esclusione sociale e culturale.


4. Risultati attesi
Il progetto si propone di stimolare la curiosità. Mostrare, attraverso le azioni previste di presentazione di film sulle produzioni artistiche, che i cosiddetti extracomunitari – clandestini – stranieri sono persone capaci di esprimere senso, emozioni, idee, valori di alta qualità umana e riconducibili a esperienze profonde, persone con cui è di grande valore confrontarsi e che meritano un minimo di attenzione al di là delle rappresentazioni stereotipe cui siamo abituati. I destinatari (insegnanti e studenti di vario livello, lettori e utenti di biblioteche, cittadini milanesi) verranno messi di fronte all’arte e ai processi di produzione artistica presentata come forma espressiva in grado di oltrepassare confini (presunti) di lingua e di cultura e di provocare processi di immedesimazione e di empatia, processi nei quali le differenze di lingua e di cultura trasfigurate artisticamente mediano la comprensione. Stimolare la curiosità può quindi essere il primo passo verso altre iniziative culturali e interculturali in direzione di una maggiore attenzione alle modalità di partecipazione e fruizione degli eventi interculturali sia da parte dei destinatari autoctoni sia da parte degli stessi immigrati.
Il progetto prevede anche la definizione di strumenti e dispositivi utili a monitorare le azioni e registrarne l’efficacia e la capacità di produrre cambiamenti delle modalità di approccio, atteggiamento, valutazione e percezione degli stranieri, attraverso:

- strumenti quantitativi:
- questionari sui partecipanti alle iniziative
- numero di “talenti” stranieri coinvolti
- utenti e operatori raggiunti

- strumenti qualitativi:
- interviste ai partecipanti volte a cogliere suggerimenti e idee sulla prosecuzione delle iniziative nonché valutazioni delle iniziative stesse;
- individuazione di alcuni “concetti ponte”, vale a dire elementi sui quali si possa far perno nell’organizzazione di ulteriori progetti o anche iniziative culturali a ragion veduta per la loro capacità di convogliare sensibilità, interessi, emotività di persone che pur partendo da premesse culturali, sociali, economiche distanti si ritrovano su un terreno comune grazi

3 marzo 2011

Benvenuti

Un caloroso benvenuto al blog LAMA,
All’interno del laboratorio permanente di Antropologia dei Media audio – visivi ( L.A.M.A. ) già da alcuni anni è stata avviata una riflessione, sia a livello teorico che etnografico sulla questione centrale, non solo in campo disciplinare, delle pratiche audio – visive di rappresentazione dell’esperienza etnografica.
Il L.A.M.A. riunisce al suo interno un gruppo di dottorandi e addottorati di Antropologia culturale, impegnati in progetti individuali di ricerca in differenti aree di studio, che condividono l’interesse comune per una tematizzazione del rapporto tra i media, il senso comune e la formazione, il mantenimento e/o il cambiamento delle credenze sociali e dei sistemi valoriali.
La tematizzazione di questo rapporto è a sua volta il frutto di un’attività seminariale svolta nell’anno accademico 2007 – 2008,il cui oggetto di studio e di analisi era costituito dai media non solo come fonti di conservazione delle credenze e dei sistemi valoriali ma, soprattutto, come agenti di dinamiche di cambiamento.

A partire da una riflessione critica ed operativa sul lavoro di autori afferenti all’area anglosassone degli studi culturali, si è poi proposto agli studenti l’utilizzo di approcci differenti applicati all’analisi culturale.
Attraverso dei cicli di laboratori aperti in un primo tempo a tutti gli studenti delle Facoltà umanistiche e, attualmente, agli studenti della Magistrale di Scienze Antropologiche ed etnologiche, si sono aperti degli spazi continui di ricerca etnografica sul rapporto tra i media e il senso comune a partire dal seguente interrogativo di ricerca:
In che modo le rappresentazioni sulla scena mediatica concorrono alla formazione, al mantenimento e al cambiamento delle credenze, dei saperi e dei sistemi valoriali a livello del senso comune?
Al fine di analizzare le configurazioni di significato emergenti attraverso l’engagement dei soggetti con le rappresentazioni a livello mediatico, si è scelto di utilizzare i mezzi audio – visivi di registrazione sia nella fase etnografica di ricerca, che in quella della trasmissione e della comunicazione delle conoscenze acquisite sul campo.
L’utilizzo dei mezzi audio – visivi di registrazione ci ha consentito, sia a livello teorico che metodologico, di analizzare i media da una prospettiva antropologica, attraverso l’utilizzo dei media stessi come strumenti di analisi.
Attraverso il lavoro fino ad ora svolto è stato quindi possibile aprire uno spazio di riflessione e di sperimentazione nell’ambito delle pratiche e delle strategie audio – visive di rappresentazione dell’esperienza etnografica e, in particolare, sulle possibilità che i mezzi di registrazione audio – visiva offrono nella comunicazione e trasmissione della dimensione intersoggettiva delle conoscenze acquisite sul campo.
Il LAMA si propone quindi di contribuire attivamente alla riflessione, sia a livello teorico che metodologico, sulle conoscenze che è possibile acquisire attraverso l’utilizzo dei mezzi di registrazione audio – visivi e, in particolare, attraverso le forme dirette di engagement dei soggetti della ricerca con i media.
L’intenzione è quella di orientare la riflessione sulla fase etnografica di acquisizione delle conoscenze antropologiche e di sfruttare le potenzialità e le risorse che i mezzi audio – visivi di registrazione offrono, in termini di riflessività e di intersoggettività , per analizzare il passaggio che va dalla percezione e dalla conoscenza dei significati culturali prodotti dalla fruizione e dal coinvolgimento attivo e/o passivo con i media, alla loro comunicazione e trasmissione.
LAMA.proj