29 aprile 2011

MEDIA E "RIVOLUZIONE" EGIZIANA

TEMI PRINCIPALI:

preconcetti e paure occidentali rispetto al mondo arabo che si riflettono nel giudizio sulla rivoluzione

importanza del web, in particolare dei social network, nella rivoluzione

efficacia della comunicazione tramite immagini

trattamento delle informazioni da parte dei media in Italia

MEDIA E "RIVOLUZIONE" EGIZIANA

REPUBBLICA
• Utilizza un approccio abbastanza oggettivo, tende a narrare i fatti di cronaca senza sbilanciarsi.
• Il linguaggio utilizzato tende a rendere più chiari possibili i fatti e le dinamiche
• Dichiara che la rivolta è supportata da ideologie laiche, anche questa può essere vista come un interpretazione.-nell'articolo "contro il raìs una ribellione laica il suo destino ora in mano ai generali" del 29 gennaio 2011 il giornalista critica il modo in cui gli occidentali, e più in partiolare noi italiani, guardano alla vicenda.
Cit. "capiremmo di più sugli egiziani se cominciassimo a pensae che la loro fede musulmana è secondaria rispetto alle loro convinzioni politiche, così come le ha formate la storia...ci sono certamente gli islamisti,ma anche quelli divisi in fazioni, e certo molto più complicato di come li immaginiamo..." questo punto è evidenziato anche dalla testata

LE MONDE
• Invita i lettori occidentali ad un esame di coscienza.
• Dichira che spesso tendiamo ad osservare il mondo arabo con paura e disprezzo e questo offusca il nostro giudizio.
• Preferiamo riferirci al mondo islamico con parole come "massa" e "strade" quasi per togliere loro i forti ideali che tengono uniti i "popoli"

CORRIERE
• Più che descrivere i fatti in se, tenta di dare una panoramica generale tramite il confronto tra pareri di più esperti. es.intervista a Lilia Zaouali


IL MANIFESTO
• Tenta di analizzare i fatti divaga, le descrizioni sono farcite di termini altisonanti che più che fornire informazioni evocano immagini "apocalittiche/epocali" nella mente dei lettori.
• Si riferiscono alla rivolta con i termini "energia spontanea e nuova".

PANORAMA
• Racconta i fatti principalmente attraverso le immagini, Ci sono poche righe didascaliche e frasi in grassetto che descrivono le fotografie eloquenti.





  • Molti giornali hanno inoltre evidenziato l'importanza del web, e in particolare dei social network, nella rivoluzione.

28 aprile 2011

From the Korea Herald ( part II^ )

Ecco un ultimo, nuovo lavoro di traduzione e sintesi su alcuni articoli giornalistici del Korea Herald:

Large earthquake hits northeast Japan; no damage
9-3-2011 h 15: 10
http://www.koreaherald.com/national/Detail.jsp?newsMLId=20110309000563
Dettagli.
L’anti-vigilia del terribile tsunami che l’11 Marzo 2011 fece cadere in ginocchio il Giappone non induce al sospetto nonostante un terremoto di magnitudo 7.3 abbia colpito la costa nipponica a nord est.
Alle 11:45 si avverte la forte scossa, il cui epicentro viene localizzato a 440 km da Tokyo, la capitale.
Perfino uno tsunami di ridotte dimensioni (60 cm ) raggiunge la città costiera di Ofunato, nella prefettura di Iwate.
Nessun danno, perlomeno fino all’11 Marzo. Qualche linea ferroviaria interrotta per lassi di tempo brevi, senza creare eccessivi disagi.

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Japan seals off no-go zone around nuclear plant
22-4-2011 h 19:34

http://www.koreaherald.com/national/Detail.jsp?newsMLId=20110422000567

Contro la legge, contro la vita.

A causa della terrificante minaccia radioattiva che incombe sul territorio in prossimità della centrale di Fukushima, il governo giapponese ha istituito una legge che vieta severamente di oltrepassare i confini stabiliti. Si tratta di una norma di precauzione e salvaguardia delle vite dei residenti della zona in questione.
La sanzione per coloro che si rifiuteranno di sottostare a questa neo legge è pari a 100,000 yen, ovvero $1,200.
Il 12 Marzo 2011 circa 80 000 persone sono state prontamente evacuate dalle aree distanti fino a 20 km dalla centrale.

primo incontro 28/04

Benvenuti/e al blog LAMA,
utilizzeremo il blog come strumento di scambio e di interazione durante il laboratorio di antropologia.
Oltre ad iscrivervi, cercate di familiarizzare con il mezzo esplorandone i tag + contenuti a partire dalle intezionalità del blog che troverete archiviate.
Non lasciatevi intimorire e lasciate tranquillamente una traccia del vostro passaggio attraverso lo strumento COMMENTI che vi consente di interagire con il mezzo e chi lo frequenta e di condividere le vostre riflessioni, idee o quant'altro in merito a ciò che leggete e guardate.
il blog può essere uno strumento molto utile per lavorare in gruppo alla costruzione della vostra microetnografia.
le diverse etichette (tag) che trovate elencate vi consentono di muovervi nello spazio e, al tempo stesso, di organizzarlo/vi.
E' stato predisposto uno spazio apposito per linkare i video da youtube et al. che potete segnalarmi per aggiungerli progressivamente.
avete inoltre la possibilità di postare dei video commenti in alternativa a quelli scritti se lo preferite.
i video postati degli incontri progettuali nell'ambito del progetto "Culturalmente: itinerari artistici verso l'interculturalità" possono essere un utile strumento di formazione e riflessione per quanto riguarda l'antropologia visiva applicata.

in ultimo, ma non di minor importanza: cercate di tenere presente i due livelli di riflessione e di analisi che abbiamo discusso a lezione:
- livello epistemologico: le conoscenze che è possibile acquisire attraverso l'utilizzo dei mezzi audiovisivi di registrazione dell'esperienza etnografica
- livello metodologico: il know how
sara

26 aprile 2011

Emergenza a Lampedusa...cosa ne pensano i politici

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano considera la situazione che si è creata a Lampedusa «inaccettabile» e fa appello a tutte le regioni affinché aiutino l'isola siciliana accogliendo gran parte degli immigrati.
Napolitano dice ancora: «È un'emergenza che tutta l'Europa deve sentire come propria. Bisogna intensificare l'afflusso di mezzi che possano portare via da lì gran parte degli sbarcati».
Di fronte ad una situazione come questa «non può l'Italia, non possono le singole Regioni, dare uno spettacolo di incertezza e divisione. Lancio un appello allo spirito di solidarietà e coesione che si deve mantenere. Non è possibile che in una regione si accettino sacrifici e in un'altra no».
Bossi usa un'espressione dialettale lombarda - «foeura di ball» - per rispondere ai cronisti a Montecitorio che gli chiedevano quale sia la soluzione per l'emergenza immigrati a Lampedusa a causa dell'esodo dal Nord Africa.Poi, sottolinea: «Nessuna regione è contenta di prendere gli immigrati, la prima cosa da fare è farli partire dall'isola e portarli a casa loro».

La rivolta di Lampedusa

25 aprile 2011

Lavoro di traduzione, filtro e sintesi ( from The Korea Herald)

Japan says nuclear crisis stabilizing
13 Aprile 2011 18:43

http://www.koreaherald.com/national/Detail.jsp?newsMLId=20110413000590

Fukushima come Chernobyl?

La calamità naturale che colpì recentemente il Giappone può essere paragonata alla strage nucleare di Chernobyl. Addirittura, le conseguenze di quest’ultimo evento vengono considerate di inferiore portata rispetto ai risvolti che la minaccia nucleare di Fukushima potrebbe assumere.
Ciononostante, la situazione in Giappone sembrerebbe stabilizzarsi gradualmente.
Per il momento, non sono stati riscontrati casi di morte legati agli effetti devastanti delle radiazioni nucleari. Solo 21 lavoratori coinvolti nelle operazioni di stabilizzazione termica all’interno della centrale riportano lesioni dovute alle radiazioni.
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Japan orders compensation for nuke evacuees
15 Aprile 2011 h 19:47

http://www.koreaherald.com/national/Detail.jsp?newsMLId=20110415000579

Home, sweet home.

Il Giappone si sta attivando affinché coloro che sono stati evacuati dalle aree in prossimità della centrale nucleare ricevano una somma pari a $12.000. Si tratta di circa 48,000 soggetti precedentemente domiciliati fino a 30 km dalla centrale di Fukushima.
Il governatore di Fukushima si è espresso contro la TEPCO ed il governo giapponese per la loro inefficienza, criticando inoltre i tempi eccessivamente lunghi per attivarsi in favore degli “evacuees”.
Approssimativamente 14,000 persone sono concentrate in queste centri adibiti ai rifugiati, in parte evacuati dalle proprie case considerate a rischio ( nei pressi della centrale ), in parte privi di case a seguito dello tsunami dell’11 Marzo 2011.
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Tepco apologizes for Japan radiation crisis
10 Aprile 2011 h19:34

http://www.koreaherald.com/national/Detail.jsp?newsMLId=20110410000042

La TEPCO chiede SCUSA.

La TEPCO ( Tokyo Electric Power Co ) si scusa per il disastro radioattivo che minaccia non solo il Giappone, bensì l’intero pianeta.

Sakae Muto, il vice presidente della TEPCO si pronuncia mortificato: “ Vorrei sinceramente chiedere scusa per le preoccupazioni ed i problemi concreti causati alla società, a seguito della diffusione di sostanze radioattive nell’atmosfera e nelle acque marine”.

La TEPCO si sta attivando per contenere il più possibile i danni della peggiore crisi atomica dopo il 1986, anno a cui risale il disastro nucleare di Chernobyl.

Intanto 153,000 persone affollano le strutture scolastiche che fungono da rifugi e centri di accoglienza per le vittime dello tsunami e gli ‘evacuees’ minacciati dall’incombenza radioattiva.
Molti paesi hanno notevolmente ridotto le importazioni di cibo provenienti dal Giappone. Cina e Korea hanno già riscontrato valori di radiazioni oltre il limite massimo nei prodotti recentemente importati dal Giappone.

Senza alcun dubbio, l’economia del Giappone è anch’essa vittima di questa gravissima calamità.

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19 aprile 2011

spunti di riflessione e analisi

Ciao a tutti,
ieri nel laboratorio di antropologia visiva abbiamo finito di montare le riprese effettuate durante il primo incontro con Paul e Mike in sede universitaria che linkeremo al più presto sul blog via youtube per consentirne a tutti la visione e la riflessione.

A questo proposito ho trovato interessante il commento di Marta (l'altra Marta)sul blog in merito al lavoro di montaggio e alla possibilità che questo offre in termini di interstestualità.
La compresenza di una moltiplicità di sguardi, a cui accenna Marta, mi sembra accentuare la dimensione riflessiva del nostro lavoro a partire dall'etnografia.
l'intimità con i soggetti prodotta dalla visione di queste specifiche note di campo - riprese - ci consente di fare la loro conoscenza in un modo diverso da quello che ci offrirebbero altri strumenti di osservazione e analisi.
Queste riflessioni mi ricordano una delle considerazione di MacDougall sulle risorse e sulle potenzialità dei mezzi audiovisi(vedi post).
MacDougall parlava di knowledge by acquaitance(fare la conoscenza di)per significare la possibilità di raggiungere l'esperienza corporea ed emozionale dei soggetti implicati(anche quella dei fruitori).
A questo proposito nelle prime lezioni del lab ci siamo anche soffermati sui tentativi di Rouche di far partecipare lo spettattore al grado di coinvolgimento che lui aveva con i soggetti.
L'intezione di Rouche era che i soggetti fossero visti attraverso la sua esperienza non solo in qualità di osservatore ma anche e, aggiungerei, soprattutto come partecipante.
Posto che l'intenzione(nostra)è quella di esplorare la soggettività dei due artisti(Paul e Mike), mi sembra che l'implicazione dell'esperienza di esplorazione stessa vada in questa direzione.
Ricordate la nozione di cinetrance di Rouche?:
“ la paragono spesso all’improvvisazione del torero di fronte al toro.
Qui come là niente è conosciuto in anticipo, la smoothness di una faena è come l’armonia di una ripresa di viaggio che si articola perfettamente con i movimenti di coloro che sono filmati….è questo aspetto della ricerca sul campo che marca l’unicità del regista di film etnografici. invece di elaborare ed editare le sue note dopo essere ritornato dal campo, lui deve, sotto pena di fallimento, fare la sua sintesi nel momento esatto dell’osservazione".(pag. 113, David MacDougall, Transcultar Cinema)

Mac dougall interpretava questa nozione di cine-trance sia letteralmente che metaforicamente sviluppando in questo modo un’idea complessa di rappresentazione etnografica.
Non si può mai duplicare l’esperienza dell’altro, ci ricorda questo autore. Con lo sviluppo della nozione di cinetrance Rouche suggerisce che internalizzando aspetti della vita dei soggetti risulta possibile riprodurli nella prima persona attraverso la telecamera.
Una forma specifica di dialogo etnografico o, se vogliamo, una parte di questo dialogo nel quale l’etnografo è direttamente implicato nell'esperienza.

Posto che l'intenzione(nostra)è quella di esplorare la soggettività dei due artisti(Paul e Mike), mi sembra che l'implicazione dell'esperienza di esplorazione stessa vada in questa direzione.

Si cerca di costruire uno spazio/tempo di rappresentazione attraverso il quale istituire una piattaforma, un terreno comune di dialogo, sul quale l'esperienza etnografica possa risultare comprensibile e ovvia. l'elaborazione in itinere dell'esperienza e della soggettività dei due artsiti non ci consente di denifire a priori gli elementi significativi sui quali diregirci. questi emergono piuttosto nel farsi del lavoro implicando direttamente gli artisti nella riflessività inerente al nostro lavoro.

Come mi vedo? come mi vedono gli altri? come vorrei che mi vedessero? ( faccio esperienza, produco musica o un dipinto, cammino, respiro, penso e vivo)
queste sono altrettante varianti della stessa domanda che implicano direttamente i soggetti nella costruzione di un terreno comune di condivisione e dialogo, attraverso il quale ci muoviamo, al fine di rispondere a queste questioni.
per ora passo e chiudo.
vi consiglio di aprire il post "risorse e potenzialità dei mezzi audiovisivi" e di provare a riflettere su questo a partire dai materiali ad ora condivisi/partecipati durante le lezioni e/o le riprese. Gli spunti di riflessione sono davvero molti.



In ultimo: abbiamo istituito uno spazio videopost per raccogliere i commenti video ai lavori in corso e abbiamo linkato il commento audiovideo di Marta alla sua partecipazione al lavoro etnografico del 7 con Paul. Se lo preferite potete postare commenti video invece che scritti.

un caro saluto,
sara

lezione 15/04/2011

Ciao a tutti,
un piccolo resume per tutti dell'ultima lezione:
- lavoro di gruppo sui materiali raccolti in riferimento al tema in oggetto
- introduzione teorica ai primi due capitoli del testo di B. Anderson, Comunità immaginate, durante il quale ci siamo soffermati sulle radici culturali dell'immaginario nazionale (comunità religiose e regno dinastico)al fine di comprendere i cambiamenti radicali avvenuti nella percezione individuale e collettiva del tempo e dello spazio. Per l'autore del testo l'interazione tra il sistema di produzione (e le relazioni sociali)del capitalismo con la stampa, in quanto tecnologia della comunicazione, è al centro dei cambiamenti che hanno reso immaginabile la configurazione della nazione. Abbiamo esplorato le convenzioni letterarie del giornale al fine di comprendere la nozione di simultaneità in un tempo pensato come vuoto ed omogeneo, un tempo che scorre in avanti, che ci permette di immaginarci come cittadini senza conoscere personalmente la maggioranza dei soggetti che si riconoscono come tali. Abbiamo seguito l'autore nella sua interpretazione delle relazioni tra mercato e stampa: la lettura quotidiana del periodico come cerimonia di massa che ci accoumuna al resto dei cittadini ogni giorno.
infine ci siamo soffermati sull'importanza della tipologia delle relazioni sociali che si costituiscono attraverso la fruizione dei media versus il contenuto dei media stessi.
- i referenti hanno restituito sinteticamente l'andamento dei lavori di analisi che state svolgendo sui materiali mediatici raccolti.

E' mancato il tempo per sentire tutti, ci siamo quindi lasciati con l'obbiettivo di terminare e concludere le analisi dei materiali avviata per il 29 di Aprile e di utilizzare il blog per aggiornarci/mi sull'andamento del lavoro.

La lezione di settimana prox è sospesa per le festività pasquali.
Un caro saluto,
Sara

17 aprile 2011

Fukushima come Chernobyl o forse peggio... (12 aprile 2011) :

http://www.corriere.it/esteri/11_aprile_12/giappone_livello_alzato_cenrale_fukushima_f3ee4a46-64c3-11e0-99a5-e45596b05597.shtml


http://www.youtube.com/embed/BqLewgv_Kls

10 aprile 2011

riprese audio- video

Ciao a tutti,
due parole sul lavoro di campo del 7 con Paul e dell'8 con Mike.

Con Paul ci siamo trovati nella sua casa/studio per:
- approfondire il suo lavoro in campo artistico e culturale
- continuare ad esplorare lo spazio abitativo/lavorativo
- concordare gli elementi salienti della rappresentazione che andiamo costruendo
- iniziare ad esplorare le sue geografie urbane
- iniziare a riflettere sul tema dell'immigrazione in quanto esperienza soggettiva, sociale e politica.

Con Mike ci siamo trovati all'uscita del suo lavoro e:
- lo abbiamo seguito nei suoi itinerari urbani osservandone il movimento
- abbiamo conversato insieme su diversi temi cercando di costruire insieme a lui dei percorsi narrativi/spaziali che ci impegneranno nel lavoro delle prossime settimane.

Entrambi gli incontri sono stati molto densi e ricchi di spunti di riflessione e di analisi, oltre che fondamentali per quanto riguarda la questione della delimitazione del campo di ricerca

Paul e Mike ci stanno fornendo spiegazioni preziose sulle loro vite ed esperienze; sul come fanno esperienza....
questo mi porta a riflettere più profondamento sulla modalità collaborativa e partecipatoria che stiamo utilizzando per condurre il nostro lavoro che si sta rivelando produttiva di conoscenze etnografiche di valore anche nei tempi brevi che definiscono,strutturalmente, il nostro lavoro.

non è una questione di poca importanza ma anzi è uno degli elementi centrali intorno al quale alcuni autori, in particolare Sarah Pink, fondano epistemologicamente e metodologicamente la definizione di "applied visual anthropology" ( vedi: Visual interventions, Applied visual anthropology)

la variabile tempo è senz'altro sempre stato un elemento fondamentale della disciplina antropologica che proprio sull'immersione a lungo termine nei contesti e con i soggetti della ricerca ha definito la sua specificità disciplinare.

la riflessione si sposta, nel nostro caso, sulla possibilità/capacità di questa scrittura della scenografia, di tipo collaborativo e progressivo, di produrre conoscenze di valore etnografico e, significativamente, di diventare produzione di conoscenza in sè. anche, o forse, proprio, in un tempo limitato progettualmente.

un caro saluto per ora
Sara

lezione 8/04/11

Ciao a tutti,
abbiamo affrontato un'introduzione teorica sulla nozione di rappresentazione a partire dai contributi dell'autore Stuart Hall (The work of representation) che sintetizzo nel modo seguente:
1. la rappresentazione in quanto pratica (lavoro) di significazione culturale
2. se il significato non è qualcosa di fisato in natura, ma è il prodotto delle nostre convenzioni linguistiche, culturali e sociali, allora il significato non può mai essere fissato una volta per tutte.
3. le parole trasportano differenti sgnificati, ci deve essere qualche fissazione nel significato ma non è possibile fissare un significato finale o assoluto. Le convenzioni sociali e lingustiche cambiano infatti nel tempo e nello spazio (esempio: utenti per pazienti), le parole fuoriescono dall'uso comune e nuove frasi (luoghi comuni o espressioni) nascono.
4. il significato è costruito e prodotto: è una costruzione socioculturale

Dopo la visione di alcuni spezzoni del film di Spike Lee, Bamboozled, che ci hanno consentito di operativizzare le nozioni apprese attravero l'elaborazione proposta dal registo sul significante "nero" abbiamo lavorato in gruppo.

A partire dai materiali mediatici da voi raccolti nelle precedenti settimante, i diversi gruppi hanno iniziato ad analizzare il tipo di trattamento delle informazioni (tema della ricerca) a livello mediatico allo scopo di:
- individuare le differenti interpretazioni date agli eventi in oggetto
- i valori ideologici in gioco
- le modalità attraverso le quali l'evento si trasforma in racconto

Avete scelto il nome del gruppo (che inserirò in qualità di tag nel presente post) e il referente
- Oltremare: Silvia cazzaniga (silvia.cazzaniga@alice.it)
- Il gran sole di Fukushima: Federica Nobile (fednob90@gmail.com)
- Media e rivoluzione egiziana: Silvia Hassouna(s.hassouna@campus.unimib.it)
- La natura oltre la tecnologia: Ester Avolio(e.avolio@campus.unimib.it)+ Salmaso Serena(s.salmaso@campus.unimib.it

il mandato per questa settimana è quello di proseguire con questo lavoro e, una volta isolate euristicamente le diverse interpretazioni date dai media ai fenomeni in oggetto, postare le vostre analisi via blog rispettando la tipologia delle etichette ( nomi) che avete scelto per il vostro gruppo al fine di utilizzare al meglio questo strumento (blog) di interazione e scambio.

E' tutto per ora, buon lavoro

4 aprile 2011

note di campo audio-visive

Ciao a tutti,
ci troviamo nel laboratorio di Antropologia visiva (U6 4°piano) a lavorare al montaggio dei girati effetuati il 14 nell'incontro preliminare con gli artisti.
Con Riccardo abbiamo pensato di postare una sintesi della discussione in aula sul lavoro svolto e da svolgere.

Abbiamo aperto una riflessione sul materiale grezzo che di solito non è accessibile allo sguardo ma ci arriva in forma già tradotta dall'analisi antropologica.
Cosa implica e comporta questo ultilizzo del materiale?

Quando leggiamo una monografia o un articolo in campo disciplinare le note di campo, ovvero quei materiali che stanno alla base delle analisi presentate,non sono presenti.

il ns documentarista diceva che non è solito mostrare le riprese "grezze" ma piuttosto i girati già lavorati(montati).
Il carattere audio - visivo assunto dalle ns note di campo non può rimanere implicito ma deve essere problematizzato e compreso nella sua specificità. Una delle questioni emerse è quindi la seguente:
qual'è la specificità di queste note audio - visive sia a livello metodologico che nei termini della riflessione antropologica?

Le note di campo audiovisive sulle quali stiamo lavorando ci pongono direttamente in contatto con una prospettiva (punto di vista) sul campo di ricerca e sulla dimensione intersoggetiva che lo caratterizza (a differenza delle note scritte)

Gli sguardi sono molteplici:
- il nostro sia come spettatori che come soggetti implicati nel percorso di ricerca
- lo sguardo del regista che sintetizza il lavoro svolto sul campo registrandolo
- lo sguardo dei soggetti della ricerca coinvolti: Paul e Mike

Viene in mente a Riccardo la metafora dell'edificio dalle infinite finistre (Henry James) dalle quali non abbiamo accesso ad una totalità di senso ma piuttosto alla soggettività ed alla parzialità di qualsivoglia sguardo...

Se è vero che le note di campo sono il materiale grezzo dell'analisi culturale, o se vogliamo la condizione di possibilità dell'analisi, è vero anche che l'accesso a questi materiali ci può consentire di ripercorrere il cammino inverso.

In ultimo: l'utilizzo del blog come forma di interazione e di scambio con gli artisti chiama in causa diverse questioni e non solo a livello etico.

il coinvolgimento degli artisti nel progetto e nel blog elimina/può eliminare/creare dei filtri che in genere differenziano nettamente i diversi ruoli e le diverse intenzionalità dei soggetti implicati a vario titolo nella ricerca. E' quindi importante chiedersi cosa questo comporti e implichi nel nostro lavoro.

Un caro saluto,
sara e riccardo