25 febbraio 2013

Multiculturalismo e seconde generazioni nell'Hinterland milanese. Cap 3


Definito il tema e l’obiettivo generale dell’indagine, abbiamo cercato di circoscriverli e di conseguenza individuare possibili interlocutori interessanti o che possano accompagnarci e mediare in diversi contesti.
I luoghi più significativi che si sono considerati sono alcuni centri d’aggregazione multiculturale inseriti in quartieri o località considerati “ghetti” e le scuole superiori in cui studiano numerose seconde generazioni.

Si entra in contatto dapprima con due volontari e un prete che operano nel Centro Culturale di Seggiano in cui diverse attività vengono svolte e mantenute da o per stranieri e seconde generazioni. Queste tre persone sono state contattate chiedendo inizialmente informazioni  sulle attività, la frequentazione  e la storia del Centro, in un secondo momento viene proposta in “punta di piedi” l’indagine visiva. L’idea piace ma sorprende tanta attenzione verso la propria realtà, viene vissuto come un modo per aprirsi e raccontarsi ma c’è il timore d’invadenza in un luogo che cerca di creare occasioni e nicchie lontane dalle cronache e gli stereotipi attorno al quartiere “ghetto” che lo circonda.

La scuola che viene individuata è invece l’Itsos di Cernusco S/N entrando in contatto con una professoressa d’italiano. In questo caso è lei a contattarci, venendo a sapere dell’ipotesi d’indagine per vie traverse. Ci cerca entusiasta raccontando tutti gli aspetti (a suo avviso) più interessanti e paradossali riscontrabili in una classe in cui la presenza straniera è ben oltre il 50% degli studenti: le interazioni, le difficoltà, le sorprese e le caratteristiche (culturali e non) dei singoli così come delle comunità rappresentate.  Sembrerebbe che fosse per lei si dovrebbe mettere una camera fissa nella classe per girare ore e ore di nastri, in realtà è molto pratica e cauta sull’opportunità e la possibilità di entrare con una camera in una scuola.  Anche dal suo punto di vista professionale, infatti anche se vorrebbe conoscere meglio e valorizzare la vita dei suoi studenti, teme che se fraintesa si brucerebbe il rapporto insegnante-studenti, compromettendolo.
In entrambi i casi sarà necessario entrare in campo progressivamente, relazionandosi extra-riprese con i soggetti e le realtà più rilevanti. Incrementando le informazioni in nostro possesso con quelle di volontari e professoressa, guadagnando la loro fiducia ed empatia, di modo che possano appoggiarci nella mediazione per indagare la quotidianità di queste persone.

1 commento:

  1. Ciao Vittorio, più che circoscrive temi e obbiettivi si è trattato - immagino - di delimitare il campo di ricerca: luoghi da considerare/eventi/temporalità e relazioni. come per altro poi specifichi
    Tali luoghi (centri di aggregazione e scuole superiori) perchè sono significativi e per chi?)
    come avete proposto l'indagine visiva? quali le sue potenzialità e risorse e i suoi limiti?
    cosa è emerso dai dialoghi con il prete e con la prof?
    su quali aspetti/elementi avete deciso di procedere con l'osservazione?
    cosa si aspettano da voi i committenti del lavoro che state facendo e in che modo questo influisce sulla vostra indagine?
    i luoghi che citi sono contesti istituzionali italiani , ce ne sono altri?
    sara

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