29 maggio 2011

L'11 marzo 2011 un terribile terremoto si scatena nel nord-est del Giappone creando non pochi disagi a quella che fino a questo momento era una delle Nazioni più potenti al mondo. Sono le 14.46, ora locale, quando viene avvertita una prima forte scossa di magnitudo 7.9, seguita dopo mezz'ora da una di 8.8 Richter; sono attimi di terrore, in quanto i giapponesi, pur essendo abituati ai continui moti della Terra che colpiscono queste zone, avvertono che non si tratta della quotidianità, ma di un evento raro e pericoloso. In particolar modo, il terremoto ha colpito fortemente la città di Tokyo, dove la gente è scesa in strada per cercare riparo; il tutto è avvenuto con la maggiore compostezza che contraddistingue questa popolazione: niente panico, solo qualche battuta e sorrisino di stupore per quanto stava accadendo mentre la polizia invitava la gente a radunarsi nelle zone del quartiere destinate alla raccolta della popolazione in caso di eventi catastrofali, onde evitare ingorghi.

L’epicentro del terremoto è stato individuato a 125 chilometri di distanza dalla costa, ad una profondità di 24,4 chilometri; alle scosse, di conseguenza, ha seguito uno violento tsunami che si è scatenato sulle coste della città di Sendai, dove le onde hanno raggiunto anche i 10 metri di altezza. Inoltre, a complicare la situazione, ci hanno pensato ben tre centrali nucleari che hanno arrecato non pochi danni a causa del terremoto/tsunami. "Tremendi" i danni materiali secondo il governo: il primo ministro ha invitato la popolazione a mantenere la calma, a seguire le istruzioni diramate attraverso radio e televisioni, e a contribuire alle operazioni di soccorso. Nella sola capitale nipponica si sono contati quattordici incendi, mentre uno di particolare ampiezza è divampato nella raffineria di Chiba, presso Tokyo. La corrente elettrica è venuta a mancare in quattro milioni di case del circondario.
Chiuso l'aeroporto internazionale di Narita, cancellati i voli, sgomberati i passeggeri; lo scalo di Sendei dal canto suo è stato allagato dalle ondate. Bloccati automaticamente diversi impianti nucleari: al riguardo il premier ha assicurato che non vi sono state fughe di radiazioni. Fermi i collegamenti mediante metropolitana, ferrovie sub-urbane e i treni-proiettile.

Questo è quanto succedette quel maledetto giorno, ma analizzando alcune fonti mediatiche, ci si rende conto che ognuno ha rappresentato le scene del terremoto giapponese a modo suo, scegliendo di dare più o meno importanza ad alcune tematiche piuttosto che ad altre.

Per quanto riguarda la stampa italiana, ho analizzato due quotidiani di fama nazionale e un blog interattivo:

1) “La Repubblica”: si sofferma molto più sull’aspetto pratico, oggettivo dell’accaduto, infatti riporta i fatti dettagliatamente (cos’è accaduto, quali sono i danni al momento della stesura dell’articolo e quali sono le prime mosse del Governo per affrontare la situazione d’emergenza).

2) “Il Corriere della Sera”: questo quotidiano sceglie una maniera differente per informare gli italiani dell’accaduto; dopo una breve introduzione riporta le parole di Mauro Politi, ricercatore italiano presso un’università di Tokyo, che racconta quali sono stati i danni del terremoto e il racconto di un corrispondente Ansa presente sul posto. Dunque, diciamo che il Corriere focalizza l’attenzione più sull’aspetto soggettivo dell’accaduto, ossia preferisce che siano delle persone che hanno vissuto la catastrofe dal vivo a raccontare emozioni, sensazioni e impressioni provate durante quegli attimi terribili.

3) In un blog, trovato in rete, invece, un italiano descrive puntigliosamente ciò che accadde quell’11 marzo in Giappone; l’autore del blog afferma: “spendo due parole anche sul motivo del ritardo con cui questo post è stato pubblicato: l'indecisione se scriverlo o meno è stata alta. Trattandosi di un tema delicato e completamente estraneo ai temi del blog, avevo il timore che potesse apparire come una sorta di "sciacallaggio" mediatico (in altre parole, un parlarne solo per guadagnarci dei click). Dall'altro lato, però, il non scrivere assolutamente nulla sarebbe stato un po' come far finta di nulla: da qui la decisione di attendere qualche giorno prima di scrivere un post a sostegno della popolazione giapponese colpita dal sisma”.

Per quanto riguarda la stampa estera, ho riscontrato che:

1) “El Pais” (quotidiano spagnolo): come per il Corriere della Sera, preferisce raccontare i momenti della catastrofe attraverso le parole di uno spagnolo che si trovava in Giappone; l’intervistato racconta di come furono colti dal terremoto mentre uscivano dalla stazione metropolitana e come si rifugiarono in un hotel lì vicino.

2) “Le Figaro” (quotidiano francese): qui, invece, ci si avvicina più al metodo de “La Repubblica”, in quanto le informazioni vengono trasmesse in modo dettagliato e, nel portale in linea del quotidiano, addirittura in tempo reale.

Da ciò ci si rende conto di come ogni mezzo di comunicazione abbia scelto il proprio modo di trasmettere le notizie riguardanti il terremoto/tsunami in Giappone, ma sarebbe interessante comprendere qual è realmente il livello di informazione della gente comune riguardo l’accaduto. A proposito di ciò, ho pensato a delle domande da porre:

  • Cosa sai sul terremoto in Giappone? E sullo tsunami?
  • Come pensi che i media abbiano affrontato l’argomento?
  • Come pensi che i media avrebbero dovuto affrontare l’argomento?

Fonti:
- La Repubblica; Il Corriere della Sera; Gaybuvg.blogspot.it; Le Figaro; El Pais

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