14 ottobre 2012

Newsreel - Fiction e Identità

Nichols tratta poi il tema della regia collettiva dal basso, siamo negli anni '60'70, dove si inasprisce lo scontro con le istituzioni contro i conflitti sparsi in giro per il mondo e l'obiettivo emancipazione delle donne.
identifica con il gruppo Newsreel questi gruppi di registi del cinema impegnato e militante, e molto interessante è il report "The Woman's Film", la sceneggiatura è stata elaborata attraverso incontri preliminari con le donne stesse del film, tanto che la produzione ha sempre cercato di operarsi per avere il loro consenso ad ogni fase della lavorazione.

Questo è un altro modo a mio parere che possiamo collocare come descrittivo/osservativo un mix appropriato alla situazione, descrivere ma allo stesso tempo Osservare in divenire per avvalorare maggiormente e proporre al pubblico argomenti convincenti, in questo specifico documento la situazione Femminile.

si inizia ad intravedere nel Documentario la possibilità di emersione di aspetti sociali sommersi sino a quel momento da logiche etnocentriche/euroamericane e modelli predominanti.
interessante il Film collettivo citato da Nichols "World is Out" su omosessuali e lesbiche, e se penso al tema che ancora oggi in taluni ambienti (forse maggioritari) rappresenta una difficoltà di pronuncia lessicale, un vero e proprio marcatore di differenze, non sembra vero che la lotta per l'emancipazione di questi gruppi sia iniziata negli anni'50 '60.
Se pensiamo a quel periodo, il numero degli arresti di omosessuali, effettuati dalla polizia Tedesca nella Germania Ovest quasi rasentava il numero registrato durante il periodo nazista.
Questo è un altro Documento che a mio parere è Forte nel suo genere e ancora oggi probabilmente replicabile in forma magari più digital, da sottoporre all'opinione pubblica.
in questi documenti la modalità rappresentativa migliora il coinvolgimento emotivo del pubblico. 
Credo che negli anni '50'60 erano Documenti di forte impatto, se penso al modello di comportamento predominante, basta pensare che ancora oggi "Good as You" fa fatica ad imporsi come "normale" credo che gli autori antesignani di quel periodo sono da lodare e portare come esempio di avanguardia espressiva.
Questi Documenti post II WW smontano un po' il documentario ideato per la costruzione di un'identità nazionale Omologata Idealmente, e cercano le differenze per far comprendere che il Mondo non è Piatto e Omogeneo, ma composto da un'orografia irregolare, una calca di differenze in continuo movimento.

A proposito di identità ho dato uno sguardo al documento di Chris Marker (tra l'altro deceduto quest'anno 29/7/2012 all'età di 91 anni) nelle immagini del Film traspare la sua Teoria delle identità sfumate immerse nell'allora (1983) indeterminatezza della modernità.

A mio parere le sue considerazioni fanno il paio con "sapere induttivo debole" (Giddens) quelle "certezze" che si danno per scontate perché frutto di un "sapere che circola" e pertanto credibile solo per quello che produce incasellamento e falso posizionamento,  concetti che vengono pilotati (Potere=Sapere) e sapientemente "somministrati".

Secondo Me, Trinh nel suo "Surname Viet Given Name Nam" 
Con la "fiction" delle interviste  rivela la natura costruita del documentario, e rende oscura l’dea attorno all'Intervista come un luogo che dovrebbe comunicare verità “vere”, quindi smonta alcune certezze e ci fa comprendere come la Costruzione del Girato possa essere manipolata e che, con la sola visione (piatta), non sia possibile capire se quanto viene visto sia VERO o VEROSIMILE, quello che oggi accade nell'immenso web magmatico dove l'insidia del Falso è dietro l'angolo. 
Il film di Trinh si sviluppa su diversi piani identitari respingendo stereotipie e concetti guardiani, ci fa vedere come le identità siano in continuo movimento.


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