21 dicembre 2012

Capitolo 2: Material Visions: Dress and Textiles



Non solo è stata prestata pochissima importanza dagli antropologi ai tessuti e agli abiti, ma quelli che, comunque, l’hanno fatto, li hanno trattati come elementi materiali e non visivi dell’antropologia. L’abito è visto oltre che come un qualcosa che avvolge il corpo anche come una seconda “pelle sociale”.
Tessuti e abiti sono spesso trattati separatamente nel campo dell’antropologia visiva. Per Eicher e Roach-Higgins, il vestito è l’insieme di modifiche e aggiunte apportate al corpo, mostrate dalle persone durante la comunicazione con gli altri esseri umani. Eicher la inoltre definito il vestito come un sistema sensoriale codificato di comunicazione non verbale, che aiuta le persone nell’interagire con gli altri nel tempo e nello spazio.
La relazione tra l’antropologia visiva e i tessuti/abiti è rappresentata nei media visivi (foto e film documentari) che analizzano i tessuti e i processi di produzione, consumo e utilizzo di questi tessuti. Questa documentazione può essere diretta o indiretta, i tessuti potrebbero essere l’oggetto prescelto dei media oppure possono semplicemente apparire casualmente nelle foto o nei film che rappresentano altro.
I materiali visivi sono stati utilissimi nelle descrizioni e classificazioni dell’abbigliamento di popoli multiculturali. E’ stato grazie a questi materiali che a volte involontariamente sono state immortalate usanze e costumi di alcuni popoli. Nell’Ottocento fotografi come James Henry Green, dedicarono particolare attenzione allo studio di una vasta quantità di tessuti dalla Birmania. Nel Ventesimo secolo l’interesse dell’antropologia nei confronti dell’abbigliamento diminuì significamene, e di conseguenza sono stati pochissimi i casi in qui i vestiti sono stati i protagonisti per i media visivi. C’è stato poi un ritorno d’interesse verso l’abbigliamento e le decorazioni del corpo negli ultimi 20 anni.
Gli abiti e i tessuti non sono solo soggetti della rappresentazione visiva, ma sono loro stessi un potente media visivo. I film etnografici rappresentano le relazioni tra l’abbigliamento, i valori umani e le identità. Uno di questi film, il documentario Highway Courtesans, racconta del cambiamento della sua protagonista che dopo la fine della storia con il suo fidanzato finisce per fare la prostituta e uno dei segni più espressivi del suo cambiamento è l’abbigliamento. I jeans, un capo che il suo ex non approvava, segno di ribellione, di un taglio netto con il passato, non sarebbero niente di particola su una ragazza europea ma, nel caso di una ragazza indiana, portano un preciso messaggio.
Grazie alla moda, spesso si riescono a portare abiti appartenenti ad altre epoche, si rimane legati al passato. Nelle grandi città, dove si ramane estranei molto di più che nei piccoli centri rurali, tramite la moda e l’abbigliamento si riesce a comunicare con gli altri con i vestiti, con un proprio stile che le persone scelgono.
I capi d’abbigliamento possono condizionare i movimenti e gli atteggiamenti della persona che gli indossa. Possono nascondere o mostrare; ogni persona dà qualcosa della sua personalità ai capi che indossa e viceversa. Un esempio di abito che si modella sulla persona è il sari indiano.
I capi di abbigliamento possono oltre che valorizzare e mostrare certe caratteristiche del corpo anche nasconderle. E’ il caso del velo che utilizzano le donne nel mondo musulmano. Il ruolo di questo particolare capo è duplice: da una parte nasconde la donna, protegge la sua intimità, dall’altra, però la rende più visibile come parte di una comunità. E’ difficile non notare una donna velata e associarla alla sua cultura anche se rimane nascosta la sua persona.
Dobbiamo tenere conto del fatto che gli abiti oltre a rappresentarci sono anche in contatto con il nostro corpo. Il corpo senza vestiti così come i vestiti non indossati non hanno senso, sono senza anima. Il corpo che gli abiti avvolgono gli dà vita, movimento, personalità.
I capi d’abbigliamento hanno, certamente, anche un posto importante come elementi materiali. Al contrario del colore, il taglio, lo stile che sono visibili a tutti, il rumore che producono certi tessuti è a portata solo delle persone che sono abbastanza vicine da poterlo sentire. Lo stesso vale della morbidezza, dell’odore che hanno i vestiti e chi li indossa.
Gli abiti sono un modo di comunicare con il mondo, un modo di dare un’idea della nostra personalità anche a chi non ci conosce. Ovviamente anche come appariamo agli occhi altrui, dipende molto da come loro hanno imparato a vedere il mondo, come abbiamo visto nel primo capitolo. Gli stessi capi possono essere belli o meno belli negli occhi delle altre persone.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento