4 aprile 2013

Interculturalismo e seconde generazioni nell’hinterland milanese. Cap 6


Finalmente, dopo aver incontrato soggetti in grado di mediare la nostra presenza, entriamo in contatto con i veri e propri interlocutori della ricerca.
Abbiamo localizzato i corsi di lingua italiana e il laboratorio di teatro per adolescenti di seconda generazione e non solo, in due strutture informali create ad hoc per l’integrazione sociale a Pioltello e Seggiano. In aggiunta, una classe superiore con indirizzo meccanico dell’Itsos di Cernusco. Abbiamo conosciuto le principali dinamiche che ruotano attorno a questi contesti. La tempistica che ci si vorrebbe dare per entrare in contatto, elaborare e registrare viene stimata attorno alle 3 settimane/un mese.
Come ci è stato chiesto dai nostri mediatori, l’approccio è molto differente a seconda della realtà indagata.

Nella classe dell’Itsos entriamo per presentarci, portiamo le camere come escamotage ma senza nessuna intenzione di accenderle. Spieghiamo, insieme alla professoressa Barbara e altre che si rendono disponibili a collaborare, il motivo della nostra presenza, come si svolgerebbero le riprese, tempi ecc. i ragazzi ascoltano tra l’annoiato e il disinteressato. E’ quando vengono presentate le camere (semi-professionali, con microfoni esterni, cavalletti ecc) che l’interesse si accende. Nessuna ripresa come detto, ma gli studenti vogliono conoscere le caratteristiche tecniche e iniziano a immaginare come tutta questa strumentazione entrerà nella vita della loro classe per qualche ora. Qualcuno scherza, qualcuno si lascia andare e suggerisce cosa dovrebbe essere ripreso, qualcuno addirittura entra nella tematica a gamba tesa e si dichiara apertamente razzista e vorrebbe raccontare il perché rivendica ciò in una classe così etnicamente rappresentata. La miccia pare accesa, anche con il sollievo della professoressa, strappiamo alla comunità-classe un convinto appuntamento per i prossimi giorni in cui le riprese inizieranno davvero.

Simile l’approccio con il laboratorio di teatro, in cui iniziamo ad assistere ad alcune lezioni senza le telecamere, le referenti ci presentano, presentano il progetto a capo e in coda alla lezione, come se niente fosse, tranne dei semplici spettatori che osservano. Non pare che ci siano ostacoli anche se una data per iniziare a riprendere non viene fissata.

Giovanni, il referente del corso d’italiano per stranieri, è vulcanico come suo solito. Arriviamo nella sede del corso ma c’è un problema tecnico: un locale si è allagato per una fuoriuscita dalla fogna, oltre ad essere tutto bagnato c’è anche molta puzza! Giovanni vuole rimandare l’appuntamento e non si capisce se si trovi a disagio per l’allagamento o per la nostra presenza. Appurato che la lezione possa essere effettuata in un locale “a norma” si lascia andare: vuole le camere accese, ci presenta Hassan, Faizan e Umer (ci aspettavano, erano già stati preparati dallo stesso Giovanni), è onnipresente in ogni discussione, in ogni rapporto che si prova ad instaurare con gli studenti. Sembrano tutti molto divertiti dalla nostra presenza, scherzano molto, specie chi frequenta da più tempo e si sente a casa tra quelle mura. Raccogliamo le prime liberatorie perché le camere sono accese, anche se lo sono più per assecondare Giovanni che altro, per oggi non sono previste riprese ma una conoscenza del gruppo classe e l’elaborazione del lavoro che verrà fatto le prossime volte. Il corso è bisettimanale, abbiamo nuovamente appuntamento già per la prossima lezione.

Vittorio

3 commenti:

  1. Inizio pubblicando il nuovo post di cui accennavo nella mail. A breve iniziamo le riprese, resto in attesa delle domande che ha detto di volermi porre riguardo al lavoro svolto fin qui.

    RispondiElimina
  2. Ciao Vittorio,
    leggi attentamente i vari commenti precedenti ai singoli capitoli/post della vostra interessante esperienza.
    Esilerante il racconto dell'episodio fogna in cui emerge un nodo critico che dal tuo racconto mi pare tu abbia ben colto ma che - vedi commenti precedenti - va esplicitato.

    Mi unisco a te nel dire : finalmente! un contatto con gli interlocutori.... un pò tortuoso, oso dire, il cammino che vi ha portati in aula.... .:)
    ma sono loro i "veri" interlocutori? questo ci riporta alla questione sulla rilevanza del contesto/i da voi scelto (perchè e per chi? e al suo ruolo nel processo che hai fin qui narrato..)

    ti rimando nuovamente alle domande che ti ho fatto nei precedenti commenti:
    +
    elaborazione di domanda/domande conoscitive chiare - fanne un elenco e mandamele che le vediamo insieme...

    buon lavoro
    sara


    RispondiElimina
  3. Il diario di lavorazione è, fin qui, coinvolgente. Aspetto con curiosità e impazienza di entrare nel vivo delle riprese per leggere di come racconterete la ricerca, osservando se e quanto esulerete dalle interviste, come sceglierete il punto di vista e quale stile di ripresa. Sono un videomaker con interessi antropologici e una crisi sul metodo di lavoro. Sarà stimolante seguirvi e studiare il vostro.
    Manuel.

    RispondiElimina