29 maggio 2013

Potenzialità e risorse dei mezzi audio-visivi in ''Film as etnography'' di Peter Ian Crawford e David Turton.

Parte prima

Nonostante lo strumento audio-visivo costituisca, rispetto a quello testuale, una ''thin description'' (analogamente a quanto postulato da Geertz), con esso è possibile enfatizzare l'attenzione sulla forma, al contrario del secondo caso nel quale è il significato ad essere creato come ragion d'essere; lo strumento visivo rappresenta metonimicamente la realtà, esperita attraverso un medium accattivante e stimolante tanto per il ricercatore che per il pubblico. (Hastrup 1985)

La possibilità di poter vedere e rivedere più volte i documenti carpiti permette inoltre il manifestarsi di un ''blow-up effect'': la realtà si presenterà agli addetti ai lavori come non la si era mai vista (Sontag 1979), oltre a permettere il ragionamento riflessivo (Collier 1988), tanto sull'oggetto della ricerca, quanto sul proprio operato in relazione alle modalità di ripresa, capendo quindi anche meglio se stessi.

Il documento audio-visivo può inoltre proficuamente essere implementato di una forma testuale, così da migliorare il materiale ottenuto, rendendolo, ritornando a Geertz, più ''thick'' e complesso così da permettere la comprensione, per esempio, di informazioni più attente dell'elusivo rapporto tra informatore e ricercatore, rispetto alle sole note di campo.

Qualora un determinato film volesse invece focalizzare l'attenzione maggiormente sulle forme visive, piuttosto che su di un processo esegetico di analisi e spiegazione a fondo delle dinamiche in esame (come per esempio in Forest of Bliss di Robert Gardener, emblematico a riguardo, dato che il film-maker non utilizza alcun commento, traduzione del parlato e sottotitoli) spetterà allora alla genuina curiosità dello spettatore il compito e la possibilità di ricerca tramite altri lavori accademici.

Ancora il film tende a comunicare un ''understanding'' mentre il testo fornisce una sorta di ''explanation''. Esso è ricco semanticamente ma scarso sintatticamente al contrario di quest ultimo (Wilden 1987). Attraverso il film si può fornire una sorta di sensazione di essere realmente nei luoghi raccontati. La distanza tra oggetto e soggetto, la cui descrizione costituisce appunto il lavoro antropologico, viene ricreata attraverso una ''digital device'' costituita dalle parole (come per esempio la narrazione).


1 commento:

  1. Ciao Alessandro,
    cerca di segnalare tra parentesi (autore) gli autori dalla cui lettura organizzi le tue sintesi e riflessioni.
    la distinzione tra thin/thick description che Hastrup associa alle diverse forme della rappresentazione (scritta/visiva) muove dall'assunto che queste siano categorie logicamente opposte. certe caratteristiche del film, come fanno presente Crawford e Turton, rendono problematica questa assunzione.
    1. la successione delle immagini, consente al fruitore di di seguire la trama narrativa del film (Pinney)
    2. le parole, nelle diverse forme che possono assumere, sono un ingrediente fondamentale del film

    sara

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