7 aprile 2014


Sconfinamenti Urbani
L’ Africa a Roma


Salve Sara e salve a tutti, questo è il mio lavoro per il laboratorio di Antropologia dei Media Audiovisivi. Non siamo in Senegal, non siamo in Marocco e non siamo nel Mali. Siamo a Roma in una sera qualunque della settimana, dove può capitare di trovarsi in un contesto simile. Io non mi sono ritrovato lì per caso, ma ci sono andato perché conoscevo Mory, un musicista che vedrete in questo video con un completo nero, l’ officiante con i sabar, che mi aveva chiesto di fargli un video che voleva mettere su youtube. Mory è di Dakar ed è un Griot, in casa con lui e sua moglie abbiamo avuto una stanza in affitto con la mia ragazza. Abbiamo visto il video finito insieme e a lui non è piaciuto, perché avevo aggiunto delle riprese fatte prima del concerto e c’era poco dei sabar e della sua performance. Gli ho dato una copia del video, ma poi l’ ho rimontato come penso avrebbe voluto, solo con musica, danza e i sabar. Dunque ci sono due video, uno è ”Sconfinamenti Urbani. L’ Africa a Roma” ed un’ altro più vicino a quello che intendeva Mory “Roma chiama Africa”. Qui posto “Sconfinamenti Urbani” che ritengo invece più vicino a quello che mi proponevo di fare, trasportare le persone all’ interno di un evento, per viverlo in prima persona. Questo video è stato realizzato alla Locanda Atlantide che si trova nel quartiere San Lorenzo a Roma. Ho usato la videocamera come una camera stylo, non sapendo come avrei montato dopo il materiale. Non ho operato nessuna selezione durante le riprese alla maniera di Jean Rouch, ma proprio il contrario. Questo perché lui riprendeva in pellicola ed era obbligato a farlo, noi no, perché riprendiamo in digitale ed abbiamo molta più libertà. Dunque ho tantissimo materiale visivo in eccesso. In “Sconfinamenti Urbani” la fase di selezione e di riassemblamento nel montaggio è stata più importante rispetto alla fase di ripresa, questo me lo fa ritenere un video di montaggio. Per quanto riguarda le riprese, non ho fatto uso delle zoommate e nelle riprese ravvicinate, ho sempre staccato la videocamera, avvicinato l’ inquadratura zoommando sui soggetti e poi ricominciato di nuovo a riprendere. Questo per dare al video più aderenza alla realtà, non alterare la natura dell’ occhio con delle zoommate ed anche per renderne più omogenea la visione successiva. Il video è registrato con la camera a mano, la videocamera non è professionale, è una panasonic NVGS 180, le sue dimensioni ridotte e le tecniche di ripresa mi hanno permesso di passare inosservato, a scapito della qualità audio-video, che è comunque passabile. Il vantaggio delle ridotte dimensioni di una videocamera è indubbio sia per la sua maneggevolezza, sia per la sua capacità di diventare invisibile dopo un pò, di non infastidire troppo con la sua presenza, anche se si perde in qualità d’ immagine e suono. Ho montato con Adobe Premiere Pro, poi ho passato il video in formato avi per metterlo su dvd, poi per postarlo su questo blog ho riconvertito dal dvd in avi perché non avevo più l’ originale sul programma di montaggio, dopo ho caricato il video su youtube che ha fatto un’ altra riconversione nel suo formato. Tutti questi passaggi, peraltro lunghi e laboriosi, hanno fatto perdere ulteriormente la qualità video rispetto al dvd e all’originale. Credo comunque che sia rimasto un’ eco dell’ Africa in questo video. Per ora posto “Sconfinamenti Urbani” e poi posterò “ Roma chiama Africa” per rendere coerente questo percorso e per sottolineare la diversità delle due esperienze. 


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