15 maggio 2014

Sguardi sul nudo - Ripresa

Cara Sara e colleghi
vi aggiorno in merito al mio progetto individuale.
L'ambito che avevo scelto di affrontare è quello relativo ai corsi di disegno e di presa dal vivo in un atelier milanese, l'Osservatorio Figurale del quartiere Isola: uno scenario denso, quello tra gli spazi, i corpi, gli sguardi e la resa materiale di questa relazione, in cui si muovono diversi attori, diverse soggettività, diverse performance.
L'Osservatorio nasce da un'idea di Enrico Lui, maestro di disegno e uomo di teatro: i legami di Lui col teatro riecheggiano in tutta l'ambientazione dell'Osservatorio. Il tavolo, in assi di legno, su cui posa la modella è un palcoscenico: il centro dell'intera performance è la persona che vive l'esperienza della posa, più che il disegno in sé. Ad ogni posa, si svolge un evento unico.
In effetti, gli stessi artisti la definiscono come una scuola di disegno molto diversa dai classici licei in cui la modella serve come richiamo anatomico: Lui impostò la scuola come un osservatorio sulla vita di una ragazza, di una donna che decide di posare, si spoglia e si mette al centro. L'ambientazione, la vicinanza del tavolo delle pose con gli spazi degli artisti non è emozionante (e, soprattutto all'inizio, difficile) solo per la modella, ma anche per gli artisti stessi: l'intimità è molto forte, ed è al di là del nudo.
Inizialmente avevo pensato di focalizzarmi sul corpo della donna e sulla riproduzione ed interpretazione grafica e materiale di esso - in particolare, in relazione alla definizione che la modella e gli artisti possono dare o non dare della "femminilità" e della "grazie" del corpo. Come quasi sempre accade nelle etnografie, al di là degli interrogativi di ricerca iniziali, sono la relazione ed il confronto nelle interviste che permettono di lavorare sulle dimensioni che effettivamente emergono.
Intervistando un artista ed una modella e artista dell'Osservatorio, ho preferito focalizzarmi su tre aspetti:
- la posa come performance teatrale, di non facile resa attraverso lo strumento della telecamera (proprio per la questione del nudo): ho preferito che questo tema fosse costruito dalle parole degli artisti, della modella e dai gesti e dal lavoro di un artista che ha acconsentito che lo filmassi durante le due ore della posa;
- il lavoro dell'artista, in effetti, fa da filo conduttore anche per il secondo aspetto, ossia il divenire, da parte del corpo della modella, come uno specchio per chi disegna: la modella è vista attraverso la tecnica e gli occhi di un'altra persona, che al contempo, nella resa grafica, mette anche un po' di quello che in quel momento vede nella modella;
- questa situazione di reciprocità e performance porta entrambi i poli della relazione a scoprire qualcosa di più di se stessi: la sensualità, la forza, la pienezza corporea, uno stato d'animo.
Nonostante le difficoltà materiali dello strumento audiovisivo, quest'ultimo può essere contestualizzato come mezzo per catturare la "concretizzazione" dello sguardo e della performance in atto durante la posa di nudo.
Credo che queste immagini e queste storie possano, insieme, offrire la possibilità di gettare uno sguardo sulla eterogeneità e sulla realtà non-scontata del nudo e dell'atto della posa.

Alessandra

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