12 giugno 2014

fuorimano


FUORIMANO
Ex Conceria Sabatia di Via Boffalora n° 15/17 Milano
L'intento di questa esperienza è quello di costruire un primo abbozzo di un idea più completa e organica per una documentazione audio visiva relativa all'ex conceria Sabatia, posizionata alle porte di Milano, all'inizio del parco sud,  tra la Barona e il Grattosoglio, a 90 metri dal Naviglio Pavese. Chiudendo l'attività nel 1991 la struttura si trasforma in contenitore di spazi sia lavorativi che abitativi, confermandosi nel tempo in un luogo di residenza e integrazione di persone provenienti da diverse nazionalità come Cina, Romania, Bulgaria, Marocco, Tunisia, Costa d'Avorio, Stati Uniti d'America, Croazia, Polonia, ecc; persone in continuo movimento verso direzioni obbiettivi e con velocità e ritmi diversi.
La maggior parte delle volte sono le persone ad adattarsi al posto e agli spazi e non il contrario, per cui uno degli aspetti più suggestivi e delicati è il degrado di elementi di primaria necessita (impianti elettrici, fognature, raccolta della pattumiera,  infrastrutture). I proprietari sono chiamati padroni per le modalità anacronistiche con cui sono gestiti i rapporti. Nello stesso luogo sono praticati lavori tipicamente artigianali quali fabbroferraio, meccanico, vetraio, falegname e professioni più vicini all'ambito tipicamente creativo come registi, designer e scenografi.
Risiedo qui dall'agosto del 2002 e il mio punto di osservazione è sicuramente privilegiato. Essere in una zona di contatto mi ha permesso di raccogliere molti episodi di trasformazione e visioni poetiche vivendoli personalmente attraverso l'esperienza quotidiana. Sono sempre rimasta colpita e affascinata, per come persone di habitus,  estrazione sociale,  professione, obbiettivi  molto differenti riescano a convivere e condividere questo luogo attraverso le mille contraddizioni, contrasti, armonie e disarmonie, legami, amicizie e inimicizie che si avvicendano  alternandosi nello spazio e nel tempo. Mi sono chiesta se questi attori sociali, al di la delle loro diversità condividano una sorta di comune denominatore che va oltre al basso costo economico degli affitti; se vige una sorta di equilibrata anarchia non dichiarata, che placa la violenza la maggior parte delle volte e permette una fragile ma intensa armonia, essa è sorretta dalla responsabilità di tutti.
Questa ex fabbrica, che trattava pelli e che inizialmente ospitava circa 150 operai in camerate comuni provenienti tutti dallo stesso paese, Solofra in provincia di Avellino, indichi già diverse possibilità e diverse vie d'indagine. Questo posto si presterebbe per un lavoro pluri tematico e necessariamente ipertestuale, considerando che la posizione topografica risulta apparentemente fuorimano rispetto al centro città ma in realtà velocemente raggiungibile seguendo la linea retta del naviglio.
Non posso non mettere in evidenza la mia posizione realmente inserita nel contesto, per cui il mio punto di vista è condizionato fortemente dai luoghi e dai punti di ripresa. Ottenere la fiducia delle persone che mi circondano, non avvertirle ogni volta che le riprendo, nonostante siano a conoscenza delle mie intenzioni, non è cosa proprio scontata. Come strategia metodologica per ottenere la loro autorizzazione al completamento del lavoro organizzerò una proiezione collettiva in uno spazio comune dove faro vedere a tutti il montaggio finale.
 Ho registrato numerosi episodi su diversi livelli attraverso la mia partecipazione attiva, spendendo diverso tempo con i soggetti, integrandomi nel contesto del momento in modo da condizionare il meno possibile l'azione, a volte riprendendo "a freddo", provocando la reazione diretta del soggetto. La scelta "stilistica" e' sicuramente di carattere poetico,  cercando di oggettivare il più possibile il dato osservato, senza nascondere una personale selezione che possa rappresentare in pochi minuti la realtà che più persone condividono in questo luogo. Ho cercato col montaggio di dar voce sia ad alcuni aspetti poetici ma non per questo meno importanti, sia ad interviste più mirate, considerando che la maggior parte degli episodi che accadono, non possono essere registrati tout court  sia per l imprevedibilità con cui avvengono sia per la delicatezza dei contenuti. Attraverso la visione di questa microetnografia visiva mi auguro sia possibile farsi un idea di un luogo,  che unisce paesaggio, ambiente  e momenti  aggregativi  e di scambio che sono comunque le riprese generalmente più autorizzate dai residenti.
La prima parte del progetto prende spunto  da un lavoro audio del 2003 dal titolo E arrivarono...  Costruire cioè una sorta di carta d'identità di questo sito, attraverso la lettura da parte delle persone coinvolte, di un testo contenente un elenco di sinonimi di volta in volta liberamente scelti dai soggetti. Una direzione suggerita da questa indagine potrebbe nascere proprio dal perchè  della scelta, fino a ricostruire vite intere fatte di spostamenti,  soste e nuove nascite.
"La storia e' lunga" , molto lunga soprattutto per le diverse e numerose persone, che attraverso le proprie venture si e' trovata ad abitare in questo luogo per ragioni diverse.


 Marta Dell'Angelo

1 commento:

  1. Siamo in laboratorio rivedendo il testo scritto da Marta ricco di spunti e di direzioni di indagine molto interessanti.
    la nozione di zona di contatto applicata al contesto e alle relazioni sociali che lo animano
    può spiegare meglio la
    la nozione di intertestualità (ipertesto da cambiare) da approfondire sia a livello teorico sia metodologico
    la metodologia di utilizzo dei mezzi audiovisivi: Marta specifica che l'utilizzo della telecamera è avvenuto successivamente all'iniziale partecipazione attiva a situazioni/relazioni/interazioni. Questo equivale a dire che MArta ha scelto di non "scendere in campo" con macchina fotografica e telecamera alla mano ma di utilizzarle solo nel corso delle situazioni/interazioni con l'obbiettivo di condizionare il meno possibile l'azione.
    può spiegare meglio cosa intende per ripresa a freddo e chiarire cosa intende per oggettivazione del suo sguardo?
    sara

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