25 marzo 2011

commento incontro 14/03

Cari tutti,
mi accingo solo ora ad inserire un piccolo commento a seguito dell’incontro con i due artisti avvenuto lunedì 14 marzo. Nonostante vi fosse il timore iniziale di un possibile condizionamento di uno spazio anomalo di interazione (aula), devo constatare che vi sono stati rarissimi momenti di silenzio o di imbarazzo e la comunicazione è apparsa fluida e coinvolgente. I due artisti hanno avuto la possibilità di farsi conoscere, secondo peculiarità individuali, anche esprimendosi attraverso la propria forma d’arte. Ad esempio Mike ci ha riferito che “crea musica rap per cercare di far riflettere e musica elettronica per far divertire, l’importante è esprimersi”. Ed è da questo desiderio di espressione che si può iniziare ad intuire la circolarità tra la loro esperienza artistica e le loro vite, una circolarità che verrà ulteriormente esplorata lavorando insieme ad una costruzione filmica intesa come processo di significazione culturale.
Durante l’incontro, sono emersi elementi fondamentali sul tema della migrazione con l’obbligato accenno alla normativa vigente per il conseguimento della cittadinanza da parte dei figli degli immigrati. Collegandosi a ciò, Mike ha riflettuto con noi sulla sensazione di percepirsi né filippino né italiano quasi in una dimensione definibile di doppia assenza.
Sono stati interessanti anche alcuni commenti su Milano nella sua dimensione urbana composta da segni, immagini, suoni, gesti ma anche forme e colori se pensiamo ad una Milano associata (da Paul) ad un quadro di De Chirico. Ritengo pertanto che si sia avviato, in ottimo modo, un percorso che condurrà ad un progressivo avvicinamento agli artisti.
Credo che in questo momento si stiano svolgendo le prime riprese con Mike nel proprio appartamento…una buona occasione di socialità in un luogo di dimora e di intimità. Buon lavoro!
A lunedì

Marta B.

1 commento:

  1. Ciao a tutti amici del Lama!
    Condivido molti punti della riflessione di Marta, ma in particolare ci tengo a sottolineare come l'incontro sia stato per tutti noi, o forse solo per me, una lezione...
    Prima dell'arrivo degli artisti abbiamo dibattuto a lungo per cercare di trovare un'impostazione, delle direttive, quasi un copione finemente articolato per condurre l'incontro..già allora avevo espresso i miei dubbi su questa modalità riassumendo banalmente il mio pensiero nel detto "stiam facendo i conti senza l'oste"!
    L'arrivo degli artisti ha immediatamente buttato giù le nostre sovrastrutture come castelli di sabbia, e ci ha permesso di vivere pienamente ciò che da decenni l'antropologia sottolinea e rivendica, ovvero l'INCONTRO, negoziato e costruito insieme lì al momento.
    L'aspetto che poteva davvero metterci il bastone tra le ruote era quello relativo al fatto di poter trasmettere un "effetto da branco", ma anche questa iniziale paura è stata superata grazie agli interventi degli artisti stessi. Il fatto di essere più o meno tutti coetanei e di aver condiviso insieme, anche per interessi o curiosità reciproche, argomenti come la musica, questioni migratorie, considerazioni sugli spazi sociali della città...ha reso l'incontro fluido e ricco di spunti. Abbiamo ora molta carne al fuoco, e solo ora, cioè dopo un primo reale e non virtuale incontro, possiamo permetterci voli pindarici o astrazioni varie utili ai fini del nostro progetto.
    Con questo primo incontro ciascuno avrà elaborato le proprie considerazioni, noi ci siam fatti un'idea degli artisti come gli artisti di noi, ed è proprio su questo scarto che dovremo lavorare, restando sempre attentamente all'ascolto per non perdere suggestioni e intuizioni che possono felicemnte fertilizzare sia il nostro percorso insieme agli artisti, sia il più specifico lavoro documentaristico.
    Un saluto a tutti...
    a presto
    Alfonso R.

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