8 novembre 2011

Gruppo 3. Prime attività

Gruppo 3: costruire degli itinerari di conoscenza visiva.

Dopo l’intervento del Sig. Bonaconsa avvenuto nella prima
parte della lezione lo scorso 24 ottobre ciò che il nostro gruppo di
laboratorio ha tentato di individuare e discutere è stato non tanto un
obiettivo preciso e già definito, quanto invece un modo per iniziare, per
approcciare quello che sarà il nostro compito per questo laboratorio. Ciò è
stato dettato anche dal fatto che la maggior parte di noi non era mai stata in
via Padova o comunque la conosceva molto poco. Abbiamo quindi deciso, prima di
proporci obiettivi, di iniziare il nostro progetto facendo un sopralluogo, dopo
aver letto l’articolo “etnografia di via Padova” che era stato indicato come
utile per un primo approccio. L’idea era quella di avere solamente delle
informazioni di base, in modo da lasciare che i simboli che caratterizzano
questa via attirassero la nostra attenzione, senza che i nostri occhi li
cercassero, già consapevoli di quello che avrebbero trovato. Abbiamo così tentato
di utilizzare a nostro favore quello che sotto altri aspetti poteva essere
visto come uno svantaggio.

La mattina di venerdì 28 ottobre ci siamo quindi recate in
via Padova con macchine fotografiche e quaderni per gli appunti. Abbiamo
percorso il primo pezzo di via a piedi, osservando ciò che ci circondava,
dopodichè siamo salite sulla 56 e siamo arrivate fino a Crescenzago/Cascina
Gobba. Quello che più ha attirato la nostra attenzione credo siano stati i
tanti volantini colorati attaccati ovunque che pubblicizzavano di tutto (corsi
di ligua, feste, incontri, dibattiti,..); le insegne dei negozi (che spesso
specificavano di che nazionalità erano e con a volte i menù in due lingue), e
le tante diverse associazioni e circoli.

Ci siamo poi sedute ad un tavolo ed abbiamo cercato di fare
il punto della situazione: le nostre impressioni, la direzione che vorremmo
seguire, i simboli più importanti dell’itinerario che dovremo costruire.
Abbiamo alla fine pensato di focalizzare la nostra attenzione sull’impatto visivo
del cambiamento, in particolare riguardo ai negozi della via: a come questi
siano cambiati o meno a livello visivo (e non solo) negli anni e a come ciò
abbia eventualmente contribuito a cambiare anche l’aspetto della via.

Il prossimo passo sarà quello di recarci in diverse
biblioteche ed emeroteche di Milano; prima di tutto per ottenere qualche
informazione in più riguardo a via Padova, alla sua storia e anche a come
questa sia stata raccontata sui giornali ed inoltre per trovare qualche
documento, e soprattutto foto, sia sulla via in generale, sia in particolare su
negozi e fabbriche che prima potevano esserci ed ora non più e che possono aver
quindi modificato l’impatto visivo del luogo.

Elisa

1 commento:

  1. Ciao a tutte/i,
    mi sembra che un approfondimento - itinerario visivo a partire dalle insegne dei tanti negozi che animano la via sia interessante e anche centrale rispetto ad un'approcio visivo al contesto.
    anche l'idea di reperire materiale fotografico per fare un tentativo di traduzione visiva dei cambiamenti che hanno interessato la via mi sembra efficace e fattibile.
    cercate di tenere presente le regole di composizione estetica dell'immagine + il fattore tempo che abbiamo visto a lezione (contare fino a 10).
    Come avrete visto anche i vostri colleghi del gruppo memoria hanno pensato di soffermarsi sui negozi - in questo caso di interagire con i proprietari/gestori di alcuni di essi per raccogliere le loro testimonianze/percezioni/vissuti del/nel contesto ad oggetto.
    scambiatevi informazioni tra di voi in modo da riuscire a convergere rispetto alla parte della via sulla quale lavorare. Credo che il primo tratto, quello che da Piazzale Loreto arriva fino al ponte della ferrovia, potrebbe fare al caso.
    In quel tratto alcuni negozi italiani hanno già una lunga data: per esempio il Masè (ferramenta) e la casa del sapone. anche il negozio di cappelli (Borsalino) - se non è cambiato di gestione - può essere interessante.
    Se scrivete al Signor Bonaconsa è più che probabile che possa darvi delle info accurate sull'argomento. so che uno dei loro interessi era quello di dedicarsi all'analisi delle attività commerciali della via....
    anni fa(2001) i commercianti che io intervistai per il mio lavoro di tesi erano piuttosto monotoni nelle loro narrazioni. Nell'articolo che ho postato c'è qualcosa a riguardo ma ne parleremo in forma più distesa lunedì.
    cercate di concentrarvi su un argomento/tema/oggetto/categoria di interlocutori:o i commercianti o gli anziani del territorio che riuscirete a raggiungere.
    - se sono gli anziani potete concentravi, oltre che sui cambiamenti/vissuto dei, anche sulle loro memorie di emigrazione.
    - se sono i commercianti probabilmente (dato il tempo a disposizione) sulle narrative di contatto tra soggetti/prodotti eterogenei per provenienza geografica.
    E' importante sapere cosa si vuole ottenere e, in base a questo, scegliere glin interlocutori privilegiati.
    Certo può esserci un anziano esercente con il quale possiamo affrontare contemporaneamente più temi interessanti ma è sempre meglio chiarirsi molto bene le intenzionalità ed, eventualmente, dividersi in sottogruppi.

    Per quanto riguarda le interviste cercate di farle/organizzarle in luoghi chiusi, l'audio è essenziale. E' probabile che molti non siano disponibili alla ripresa video, il solo audio è più che sufficente e potremmo utilizzarlo come panorama sonoro degli intrecci visivi.

    un caro saluto,
    sara

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