24 novembre 2012

Il paesaggio trasfigurato-esercitazione


Cari tutti e tutte,

Ho caricato su youtube il video (http://youtu.be/vZmCEBfcxAE) dell'ultima esercitazione proposta, quella relativa all'intervista e al tentativo di “mettersi dalla parte dei nativi”, o “sopra le loro spalle”. Il mio problema principale è stato che quel nativo è mio papà, di cui conosco abbastanza bene il punto di vista e le possibili argomentazioni e la struttura del suo mondo significante, perciò vi avviso che nel video parlerò pochissimo, proprio perché ritenevo imbarazzante fare domande di cui prevedevo la risposta, e cercavo di evitare il rischio che tutto sembrasse un po' troppo rigido e impostato. In una delle scene tagliate mio padre si rivolge ad un imprecisato “voi” e dice frasi come “andiamo all'asilo che hai frequentato”. In conclusione, nonostante l'esercitazione sia stata utile per riflettere sulla questione del punto di vista nel video, credo che l'intervista filmata in questo modo –in movimento– non funzioni per il progetto che ho in mente, che spiego più sotto. Non vi faccio notare l'estenuante scalpiccio dei passi di sottofondo se no non riuscite a guardarlo neanche più di tre minuti, ops, ve l'ho detto.

Già che sono in tema di farvi notare cose fastidiose, volevo portare l'attenzione sulla splendida zoomata all'indietro dal cartello all'ingresso di Castano Primo fino all'ex-bosco, preceduta da una zoomata vertiginosamente parkinsoniana sul cartello stesso. Questa, come tante altre, sono tutte da rifare. Mancano a mio avviso delle riprese più stazionarie, concentrate sui singoli elementi, soprattutto se serve per sottolineare qualcosa detto da mio papà.

La terza premessa riguarda proprio i tagli: tagliando ho potuto far apparire tutto più “naturale”. Mio padre sembra che parli sempre di sua spontanea volontà, senza che io lo indirizzi. Nonostante la grezzezza del montaggio, fatto più che altro per ridurre la durata della visione, ho potuto far sembrare alcune scene di spaesamento tra lui e me-con-la-telecamera come spaesamento tra lui e il paesaggio, mentre sicuramente era una mescolanza fra i due tipi di spaesamento.

Il mio progetto consiste nell'indagare lo stupore di un uomo di fronte ad un paesaggio trasfigurato. Un paesaggio che è anche quello della memoria, custode di ricordi. Ricordi non solo fatti di immagini, ma –ed è quello che mi importa di più– anche di modi di essere nello spazio, nel paesaggio, col corpo; modi di attraversarlo o di arrestarcisi di fronte, perché ritenuto confine. Cosa succede ad un confine certo quando viene sventrato da una ruspa? Che cosa rivela lo squarcio?
Questa prima prova con mio padre mi permette di andare avanti con la riflessione. Adesso ho due problemi:
  1. chi saranno i miei soggetti
  2. come convincerli a farsi una passeggiata con me

Seguendo il consiglio della prof Bramani estenderei la ricerca ad altri attori della trasfigurazione paesaggistica: le imprese di costruzioni, gli esponenti locali del pdl..:)
Soggetti possibili potrebbero essere inoltre le associazioni di cittadini che si oppongono al consumo di territorio: dalle mie parti ad esempio c'è il movimento contro la terza pista di Malpensa.

Grazie per l'attenzione e buona giornata,
Alessandra

4 commenti:

  1. Ciao Alessandra!
    Il tuo post è troppo simpatico e non posso fare meno di risponderti :-)
    Comunque sia, nonostante la tua premesse, le tue riprese mi sembrano molto ben fatte!
    Un'idea che mi viene da suggerirti è provare a intervistare persone appartenenti a diverse generazioni e/o inserire foto di archivio!
    A presto!
    Rosanna

    RispondiElimina
  2. Ciao Alessandra,
    lo scalpiccio è fantastico! è un panorama sonoro fondamentale dello spazio di questa camminata e lo valorizzerei!
    personalmente amo molto le esplorazioni del territorio/contesti locali con gli interlocutori: ne emergono sempre spunti/direzioni di indagine interessanti e impreviste (pensa alla questione del dialetto, al nome dato agli spazi e alla vegetazione, ai confini tra "paesi" (chi li conosce ora?) al rapporto tra corpo e spazio che può essere indagato in molti modi - anche a livello visivo - e del quale mi sembra che dal tuo filmato emergono insight preziosi...)
    ho guardato con attenzione il video e ripensato ai contenuti/forme. qualche appunto:
    TECNICI:
    - lavorare sulla head room: spazio tra fine della testa e fine dell'immagine. in alcuni momenti è troppo ampio e in altri inesistente. consiglio associato per altro al tipo di inquadratura che va pensata in rapporto al significato che si intende trasmettere. un esempio: quando tuo padre parla dei ricordi della sua infanzia opterei per un primissimo piano in cui l'occhio del tuo papà si trova all'altezza del tuo(lenti telecamera): cerca di essere multitasking e appuntati mentalmente gli orrizzonti visivi di cui lui parla e che ricorda e in un secondo momento li filmi (per es. il gambo di ?, il cartello di dedica della scuola - non si vede - a cui si riferisce tuo padre; conoscenza del territorio in generale (punti di riferimenti visivi) e ancora, i chiodi sui binari: ricordo in primissimo piano e ripresa dei binari in un secondo momento + ripresa del rapporto tra soggetto e contesto - tuo padre e i binari ora, il villaggio Apache (?) dov'è? ( c'è tutta una temporalità del cambiamento paesaggistico che emerge in quei brevi enunciati, l'inizio, secondo il tuo papà, di una trasformazione del paesaggio - qualche abitante degli anni 60 ancora in vita? cosa ha rappresentato e rappresenta per loro tale villaggio? puoi andare a riprenderlo in seguito dopo averlo osservato e pensato alla luce della dialettica prima e dopo - su questo torno in seguito perchè mi sembra interessante e da riflettere!)
    - sulla luce. con che telecamera stai lavorando? ricorda che a seconda della luce esterna ci sono opzioni per impostare un minore o maggiore acceso della luce naturale che può consentire sviluppi creativi.
    prendi questi commenti per quello che sono, anche io ho trovato come Rossana le riprese per nulla pessime e molto interessanti
    - audio curiosity: all'inizio c'è il rumore del traffico, delle seghe elettriche e a un certo punto di areoplani? questo ho segnato sui miei appunti a margine.....valorizzare i suoni, farli agire in senso connotativo
    - belli i piani lunghi: tuo padre che si allontana da te nel paesaggio (toglierei passante con il cane! interessante che ti abbia preso per una giornalista....non solo ossa!)

    segue prox commento per dimensione

    RispondiElimina
  3. - ti consiglio, come già fatto a lezione di leggere il testo di De Certeau, Le pratiche del quotidiano. La distinzione che lui compie tra spazi e luoghi mi sembra che possa esserti utile e ti consiglio di tradurla visivamente ( vedi post di articolo sulla via padova nel blog in cui trovi all'inizio una sintesi strumentale della distinzione in rapporto a un contesto urbano in processo di trasformazione)
    giocherei sulle dissonanze tra spazio e luogo e sul rapporto dei soggetti con questa differenza esterna/interna (per esempio la superstrada e i suoi suoni/ il processo del ricordo (contenuti), i ricordi e lo sguardo del soggetto sugli spazi del ricordo - qui sarebbe un buon approfondimento recuperare foto di archivio (pubblico e/privato - potresti magari rivolgerti alla biblioteca locale - o altro spazio significativo - e proporre di ospitare un tuo volantino in cui richiedi appoggio agli abitanti/frequentanti per il recupero di materiale d'archivio e vivo(persone - chiedere alle insegnati di proporre ai bimbi di disegnare temi di tuo interesse su casano ora o di fare foto con macchinette usa e getta di come loro vedono questi aspetti in casano, etc.
    le cose da dire sono davvero tante ma per ora mi fermo qui.
    sarebbe importante riflettere sulla nozione di nostalgia..(prima/dopo - adesso, è un dispositivo temporale marcato nel tuo filmato. che senso gli dai tu? i tuoi interlocutori? ci sono diversi jetzeit: quello che si genera dal ricordo, quello della camminata condivisa con tuo padre, quello delle tracce di una trasfigurazione, come la chiami felicemente, del paesaggio.....)
    buon lavoro
    sara

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Sara,
      ..wow! grazie per avermi dedicato tutti questi begli spunti e consigli.
      Mi sento molto incoraggiata e andrò sicuramente più a fondo. In effetti mi sono pentita quasi subito di avere detto che forse l'intervista non funzionava per il mio scopo: me ne sono resa conto via via che riguardavo il filmato. Il limite semmai è rappresentato dall'imprecisione delle mie riprese. Mi ero fissata che dovevo riprendere da dietro le spalle ed è stata l'inquadratura privilegiata. D'ora in poi presterò più attenzione. La telecamera che uso è una sony con mini dv, regolavo la luce a seconda dell'ambiente, ma evidentemente non ne sono molto capace..per le prossime riprese tornerò alla regolazione automatica!
      La prossima mossa sarà il completamento delle riprese: villaggio apache, cartello della scuola, etc. facendo più attenzione ai suoni.
      Poi devo decidere che direzione prendere: se rimanere su Castano Primo e approfondirne i cambiamenti e le trasfigurazioni, nella storia recente (anni 60 in poi) o estendere la ricerca a trasfigurazioni affini a quella qui proposta (scavi di strade) nei territori circostanti, negli ultimissimi anni (2-5) che poi era la mia idea iniziale, perché a mio avviso così sconvolgenti, radicali: il territorio cessa di essere riconoscibile, famigliare.
      Cioè, non si tratta, come dice mio papà, riferendosi agli anni 60-70, di un cambiamento continuo e progressivo, quindi sotto gli occhi di tutti. Qui si tratta di cantieri inaccessibili e rapidamente conclusi che improvvisamente si rivelano e sconquassano il senso di padroneggiare il territorio.
      O forse sarebbe proprio interessante mettere a confronto questi due tipi di mutamento spaziale! per rendere meglio la radicalità del secondo.
      Grazie ancora davvero e a domani!
      Alessandra

      Elimina