13 novembre 2012

Progetto di ricerca - Il teatro dialettale milanese


Ciao a tutti,

a seguito della bozza precedentemente inviata e alle successive riflessioni e condivisioni avvenute in aula, intendiamo illustrare in modo più dettagliato il progetto della nostra microetnografia sul teatro dialettale milanese.
Per quanto riguarda l’elaborazione delle linee guida tematiche, intendiamo esplorare come oggetto di ricerca la preservazione del dialetto milanese, nello specifico all’interno della sua forma teatrale.
Ci siamo focalizzate quindi sul teatro dialettale milanese come strumento di conservazione, in particolare mettendoci in contatto con la compagnia teatrale amatoriale I Barlafuss, facente parte del Gruppo Teatrale San Carlo alla Cà Granda a rappresentanza del tema trattato.
Il gruppo nacque nel 1974 con sede nell’omonima parrocchia di Milano-Niguarda nei locali che oggi paiono moderni e attrezzati, ma che in origine erano locali deserti, con pavimenti fatti in battuta di cemento e senza palcoscenico, costruita successivamente dai componenti della compagnia e da volontari. Dal 1995, grazie alle diverse associazioni e federazioni a cui hanno aderito, sono stati riconosciuti legalmente come una compagnia teatrale con un proprio statuto.
La nostra ricerca prende spunto dal nome della compagnia, I Barlafuss appunto, che in dialetto milanese significa persona di poco valore, confusionaria e che prende la vita come viene, il tutto con un attributo familiare e un senso benevolo. Il nostro intento è quindi quello di indagare sulla compagnia, sulla loro storia, sui suoi componenti, sui loro spettacoli, dal quale emergerà come proprio dal dialetto “affiori tutta la genuinità, la spontaneità, i vizi e la saggezza della gente comune, persone che incontriamo al mercato o sul ballatoio delle vecchie case di ringhiera” (fonte: www.ibarlafuss.com) e non generi quello che invece a primo impatto può sembrare un “teatro di serie B”.
Sulla base di quanto detto, intendiamo raggiungere l’obiettivo dello studio attraverso incontri di gruppo e interviste faccia faccia che facciano emergere i diversi punti da sviluppare. Perchè il loro motto è “dilettando e dialettando”? Perché citano la genuinità e la spontaneità collegate con il dialetto e la gente comune? Il concetto di salvaguardare è legato a un senso di nostalgia del passato? Il dialetto sta scomparendo? È una trasmissione di sentimenti umani? Ha un messaggio di socialità?
Nel corso dell’analisi abbiamo deciso di focalizzarci su uno spettacolo in particolare: Fortunna e danèe hinn semper dispiasèe, una commedia attualmente in scena e tratta da Fortuna con la F maiuscola di E. De Filippo.
Siamo giunte a porci la domanda centrale “Che motivo spinge oggi a recitare in dialetto milanese?”
Che significato profondo ha il dialetto per loro? Sono tutti milanesi? A che pubblico si rivolgono? Perché lo fanno? Che motivo li spinge a seguire questa passione?

Ad oggi siamo riuscite a contattare la compagnia per un primo incontro conoscitivo a cui è seguita la partecipazione al loro spettacolo sopracitato tenutosi al cineteatro Protraso, presso l’omonima parrocchia san Protraso di Milano.
Il nostro piano d’azione prevede quindi di effettuare ulteriori incontri e interviste con i componenti della compagnia (presidente, regista e attori) col fine di esplorare le possibili diverse esperienze personali che hanno conferito loro riconoscimenti e premi.

In attesa di eventuali riscontri ed osservazioni, vi salutiamo.

Ciao,
Alessandra e Sonia

1 commento:

  1. Ciao a entrambe,
    il tutto mi sembra sia stato riformulato bene.
    non dimenticate di porre ai soggetti la domanda circa il dialetto (cosa è/rappresenta il dialetto per voi?) + di informarvi sul perchè come singoli e come gruppo hanno deciso di far parte della vs indagine.
    Lasciatevi un margine per indagare sulle pratiche del gruppo (per es. prove dello spettacolo, lavoro sul dialetto.....etc)

    ancora problematica mi sembra questa formulazione:

    Il nostro intento è quindi quello di indagare sulla compagnia, sulla loro storia, sui suoi componenti, sui loro spettacoli, dal quale emergerà come proprio dal dialetto “affiori tutta la genuinità, la spontaneità, i vizi e la saggezza della gente comune, persone che incontriamo al mercato o sul ballatoio delle vecchie case di ringhiera”

    non è che dal vostro lavoro emergerà ciò, questo è una loro affermazione programmatica che va indagata nel dettaglio/decostruita. le domande che avete poi elaborato vanno certamente in questa direzione.
    un conto sono le intenzioni dei soggetti in rapporto alla loro proposta artistica, un conto le vs come ricercatori.
    buon lavoro
    sara

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