8 maggio 2013

Interculturalismo e seconde generazioni nell’hinterland milanese. Cap 12.


Contrariamente a quanto dichiarato nella risposta ad un commento dei precedenti post, Giovanni, il coordinatore del corso d’italiano per stranieri non ha preso molto bene la proposta di girare una lezione tenuta interamente dai ragazzi pakistani che insegnano italiano insieme a lui.

Se inizialmente si è dimostrato entusiasta della cosa, poi si è un po’ irrigidito, sentendosi forse messo da parte. Nessun rapporto tra noi e lui o lui e i tre ragazzi si è compromesso, ma c’è voluto un po’ di tempo e tante chiacchiere per convincerlo.

Come già detto, una lezione tenuta interamente dai ragazzi pakistani era una cosa che gli stessi volevano e cercavano da tempo, in questo, la possibilità di avere delle responsabilità e indipendenze in più all’interno della proposta del centro. La nostra presenza non ha stravolto nulla ma accelerato un processo in atto fornendo un’occasione.

La lezione tenuta “pakistana” è stata a tratti esilarante, rigidi come sempre sul fatto di parlare unicamente in italiano durante la lezione, si sono cimentati, ad esempio, nell’apprendimento del lessico riguardante il corpo umano e le principali malattie che si possono contrarre (a loro avviso un bagaglio linguistico indispensabile per chi vive in un territorio nuovo). Trovare sinonimi dell’anatomia umana o delle patologie per spiegare sintomi e rimedi fuori dai tecnicismi ha generato discorsi pindarici spesso comici, inseguiti da ironia e auto-ironia di “professori” e “studenti”. Alla fine le informazioni sono passate adeguatamente, il clima tutt’altro che didattico, molto famigliare e informale. Interessantissimo confrontare questa lezione molto spontanea e scanzonata con la prima filmata in cui, un po’ ingessati per le “telecamere” hanno raccontato la differenza nel concetto di “diritto”.

Oltre al corso d’italiano abbiamo poi seguito Hassan e Mirko, i due compagni di classe, nel passaggio che Mirko con la sua Ape-car ha dato ad Hassan per tornare da scuola. Un momento particolare: due amici, due adolescenti che parlano della loro giornata con le analogie (spesso quelle scolastiche) e differenze, prevalentemente culturali. Hassan porta anche Mirko nel prato in cui lui, i suoi amici e altri pakistani giocano a cricket. Il racconto che fa Hassan della pratica di questo sport ricorda molto l’indagine di D. Zoletto nel suo “Il Gioco duro dell’Integrazione”.

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