21 maggio 2013

Sguardi sul nudo - Prime linee-guida

Ancora prima di mettere bene a fuoco le linee-guida, è stato lo strumento della telecamera a farmi sollevare diverse domande. All'Osservatorio, ero abituata ad un'atmosfera concentrata, caratterizzata da una forma del silenzio tutta sua: posare è avvertire il mondo intorno a sé, i rumori delle matite che disegnano, i cambi di postura degli artisti, la musica bassa in sottofondo, ma il tutto come se si fosse in una sorta di sospensione. 
Anche il "palcoscenico", il tavolo da posa, fa parte di un "teatro" molto più grande, ossia la Camera delle Pose: un teatro dove, durante la posa, palcoscenico e quinte sembrano essere in perfetta sintonia. 
Introdurre la telecamera è stato un passo difficoltoso: anche se usata con rispetto e cautela, essa finisce sempre per essere un elemento di disturbo, fa avvertire una dissonanza. 
Ho deciso comunque di portare avanti il progetto, contestualizzando lo strumento audiovisivo come mezzo per catturare la "concretizzazione" dello sguardo dell'artista sul corpo della modella, oltre che per trasmettere il racconto di diverse "storie": di chi dipinge, di chi a volte dipinge a volte posa, di chi posa. Credo che queste storie possano, insieme, offrire la possibilità, a chi è esterno, di gettare uno sguardo sulla eterogeneità dei vissuti e dei modi di fare arte di chi vive l'Osservatorio. 
Per elaborare le linee-guida, ho deciso di scomporre la presa dal vivo in tre momenti.:
- la relazione della modella con il "palcoscenico": come la modella "recita" con il proprio corpo? 
- la relazione tra la modella in posa e l'artista: da quali gesti, rumori e dinamiche è abitata questa relazione? 
- lo sguardo dell'artista: come si crea il dipinto? Quali preconcetti sull'immagine femminile entrano in gioco o non entrano in gioco quando si crea? Questi preconcetti, se esistenti, sono rielaborati e fatti nuovi dall'artista?
Queste sono le linee di partenza. Come in ogni ricerca, esse difficilmente rimarranno fisse: il senso della ricerca è anche quello di cambiare le proprie prospettive di partenza, a seconda del contesto e degli interrogativi sempre nuovi che vengono fuori man mano che l'etnografia prosegue. 

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