Se
per voi pane significa solo la panetteria sotto casa o il banco del
supermercato vi invito a visitare due luoghi che partendo dal pane stanno
proponendo qualcosa di nuovo in città. Si tratta di Pandenus e del Panificio diDavide Longoni che vogliono proporci un approccio del tutto nuovo al consumo
del pane.
È
interessante, innanzitutto, notare come i due punti vendita (in realtà Pandenus
da solo ne ha tre) sintetizzino perfettamente il tema ed il filo conduttore
della mia ricerca: la tradizione e l’innovazione del pane, dove l’antico si
rinnova ed il nuovo affonda le radici nella storia, ma vediamo come.
Intanto
entrambi i luoghi appaiono spazi estremamente curati, ben arredati e disposti
con un arredamento che fonde legno e vetro, ricercando il sapore antico dei
luoghi con la modernità delle strutture espositive dei prodotti e in location
estremamente ricercate. Un aspetto particolare che caratterizza entrambi è la
storia dei due gestori Davide Longoni e Filippo Lecardane, entrambi giovani
laureati che hanno scelto di recuperare, il primo, e di innovare, il secondo,
il concetto di pane e del suo consumo.
Entrambi
i locali propongono una consistente produzione di pane e di dolci, oltre alla
possibilità del consumo nel locale con Colazioni, Brunch, Lunch essendo
entrambi anche caffetterie.
L’innovazione
poi traspare ancora più evidente dai due siti,
molto curati entrambi, ci
propongono anch’essi il profumo e l’immagine della tradizione/innovazione, con
pani tradizionali in primo piano, fotografie di arredi in legno e una varietà
di iniziative e proposte. A questo punto è però necessario segnalare una netta
differenza; Pandenus si propone come vero e proprio “locale” con la possibilità
di franchising
mentre il Panificio di Davide Longoni mantiene una connotazione
più tradizionale, anche nelle proposte al pubblico.
Davide
Longoni ci propone una riscoperta del pane attraverso l’utilizzo di tecniche e
farine di una volta, e lo esplicita nella Mission rilanciata sul suo sito:
“L'obiettivo principale, e quello che ha
tanto appassionato Davide, non è la produzione del pane classico che tutti
conosciamo, bensì quello di una volta, dal grande formato e ricco di profumi
diversi che, rievocando il senso di condivisione, ci fa ritrovare il vero
significato della tavola.Grande importanza ha per Davide l'utilizzo di farine biologiche macinate a pietra e la continua ricerca di quelle antiche, così preziose ma ormai in disuso che offrono splendidi risultati in termini di panificazione e stimolano in maniera meravigliosa tutti i nostri sensi”.
Nella
panetteria troviamo pani, dolci, il Panettone tutto l’anno, ma quello che più
traspare è un pensiero, una filosofia: l’utilizzo di lievito madre e di farine
biologiche, macinate a pietra oltre alla possibilità di frequentare corsi di
panificazione. Il panificio, infatti, aderisce a Slow Food ed è attivo nel
progetto EXPO con il recupero di aree da vicine alla città da destinare alla
produzione di cereali secondo la filosofia del chilometro zero.
Si
percepisce in entrambi i luoghi, in diverso modo l’uno dall’altro, la passione
che cui ci viene proposto questo alimento antico e con cui si procede alla
riscoperta di antichi sapori.
Una
riflessione è a questo punto necessaria, riferendomi a quanto accennato nella
presentazione del percorso in relazione alla tesi di A. Appadurai sulla
nostalgia dei prodotti di una volta.
In questo caso devo dire che l’esempio è
perfettamente calzante, entrambi ci propongono e suscitano nostalgia verso
prodotti che al più possiamo solo immaginare, ed in secondo luogo l’analisi
della storia del pane ci conduce in una diversa direzione da quella evocata.
Nella storia della panificazione l’utilizzo di farine “integrali” o addirittura
la panificazione con cereali secondari ha significato povertà e impossibilità
all’accesso al pane prodotto con farina bianca raffinata, ad uso esclusivo di
nobili e ricchi.
Un’immagine
quindi che presenta una distorsione della realtà storica ma che risulta
certamente efficace in questa modernità perennemente alla ricerca delle radici
e di una autenticità che ci riporti alla nostra storia.
In
ogni caso da provare entrambi…
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