13 gennaio 2014

La scuola del pane



Inizierei questo nuovo pezzo sottolineando come  questa ricerca mi permetta di entrare in contatto con realtà cittadine ricche di storia e di significati, abitate da persone impegnate e solidali che  con entusiasmo mi accompagnano durante le visita e mi trasferiscono importanti informazioni funzionali alla mia ricerca. La cooperativa  che ho incontrato oggi si trova  in un contesto veramente prestigioso a due passi dal Duomo nel pieno centro di Milano.
Si tratta della Scuola per panificatori gestita dalla cooperativa sociale Casa del pane 1921 che ha sede all’interno degli spazi della Società Umanitaria. Questa antica istituzione grazie all’intuizione ed alla caparbietà di Moisè Loria, magnate di puro spirito milanese, da 120 anni si occupa della tutela della persona attraverso l’attivazione di corsi di formazione in grado di fornire dignità attraverso il lavoro.

La storia della Società ha visto l’attivazione di molteplici proposte formative, con alterne fortune e cambiamenti dovuti all’evoluzione del sistema lavorativo ed alla modernità. Oggi i chiostri della Umanitaria sono animati da  molti gruppi con finalità diverse, ma al suo interno si trova ancora un corso che, sopravvissuto a tutte le mode e i cambiamenti, continua a formare artigiani del pane. La cooperativa, grazie alla sua natura (tipo B), accoglie principalmente persone che si trovano in stato di difficoltà e fornisce loro percorsi di qualificazione finalizzati al primo inserimento nel mondo del lavoro, riqualificazione nel caso di precedente perdita dello stesso, o, addirittura, di  acquisizione di un bagaglio di competenze da conservare in caso di crisi lavorativa.

I corsi, che basano il proprio programma interamente sulla praticità e sull’esperienza diretta, hanno una durata di circa un mese e mezzo, due mesi, con un monte ore tra le ottanta e le centoventi. La cooperativa oltre a fornire gli strumenti e le conoscenze pratiche dell’arte della panificazione è in grado di seguire i più intraprendenti con percorsi verso esperienze di auto impresa, singola o in società, fornendo un supporto negli insegnamenti e, data la natura sociale della stessa, attraverso un  supporto educativo volto ad affrontare
le fragilità degli allievi.
La cooperativa è in grado di attivare una quindicina di corsi all’anno formando in questo modo circa 250 allievi. Tutti, terminato il corso, affrontano un tirocinio formativo presso laboratori o piccole industrie per perfezionarsi e per misurarsi con un vero ambiente lavorativo.
Oltre alle categorie protette i corsi sono aperti a privati cittadini che per passione intendono imparare l’arte del pane e ad una nuova categoria di
giovani in difficoltà che pur non rientrando in nessuna categoria protetta, ma trovandosi in situazione di difficoltà, grazie a mentori e benefattori che finanziano i loro corsi possono accedervi per imparare un mestiere e iniziare la propria carriera lavorativa.
All’interno della stessa struttura si trova anche un piccolo negozio in cui i prodotti della lavorazione possono essere acquistati, contribuendo con ciò al sostentamento della struttura.
Circa il cinquanta per cento degli allievi che terminano il percorso riesce ad inserirsi nel mondo produttivo. Questa percentuale è da imputare alla crescente  crisi economica. Infatti negli scorsi anni il traguardo era raggiunto da circa il 75/80 per cento.
Oltre ai corsi per panificatori è da poco stato attivato un corso per pasticceri, mentre sono in cantiere corsi per pizzaiolo e per altre specialità del settore. Nonostante lo spirito imprenditoriale e la spinta alla crescita della cooperativa, i fattori che ne limitano l’espansione sono da addurre alle risorse pubbliche sempre più scarse e  alle mancanza di spazi fisici. Oggi il laboratorio è ospitato in una stanza dalle dimensioni troppo limitate per poter consentire un numero maggiore di allievi o più corsi contemporaneamente.

Ho trovato però una realtà viva, una cooperativa che ha fatto del pane una fonte di opportunità di lavoro e di dignità sociale per molti. Ancora una volta oltre a nutrire il corpo il pane diviene strumento di promozione sociale individuale, ancora una volta il pane è fonte di vita.                                                                                                                                                                                                                                                                                  

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