27 novembre 2011

17/11/11 - Gruppo 1: Resoconto Interviste Chiara e Irene B.

Ragazzo bengalese - supermarket alimentare "Asian African Market"

Si tova in Italia da circa due anni ed è riuscito a trovare lavoro grazie al capo, un suo parente.
In questo arco temporale non ha notato cambiamenti all'interno della via.
Nel negozio entra anche clientela italiana.
Data la sua disponiblilità a parlare con noi, nonostante anche un italiano incerto, gli abbiamo chiesto se fosse disponibile ad una registrazione audio e/o video, ma la sua risposta è stata negativa, a causa dell'assenza del capo.

Sala slot machine e calzolaio: non ci hanno concesso un'intervista in quel momento. Ci hanno detto di tornare verso le tre del pomeriggio, quando ci avrebbero comunicato se sarebbero stati disponibili o meno ad una registrazione.

Ragazzo bengalese - internet point (+ phonecenter + rimesse)

Ci ha raccontato di vivere da 14 anni con un visto. Arrivato per la prima volta in Russia con un visto di un anno per motivi di studio, è riuscito a rinnovarlo per altri 5 anni, sempre per lo stesso motivo, finché nel 1998, con la sanatoria, gli venne consegnato un permesso per l'Italia di 2-3 mesi.
Ha lavorato per 5 anni Italia, inizialmente pensando a lavori manuali, per crescere, ma ciò non è successo. Ha lavorato all'Esselunga e in altri supermercati.
In Italia è riuscito ad appoggiarsi inizialmente ad uno zio, fino a giungere in via padova nel phone center di proprietà della sorella acquistato da un egiziano, anche se attualmente non è contento di tale sistemazione per le lunghe giornate di lavoro senza cambi.
Ritiene che le condizioni della via siano migliorate, è più pulita e meglio illuminata: prima vi era il buio dopo le otto, e questo aumentava il senso di insicurezza.
Afferma che nei palazzi della via vi abitano molti italiani, che si possono trovare anche nel suo negozio, come nel caso di siciliani che mandano rimesse a casa.
Gli piacerebbe che la sua famiglia venisse in Italia. In Bangladesh ha una moglie e un figlio di un anno che riesce a vedere due volte all'anno.
Non ha voluto essere registrato perché non interessato al progetto e a farsi riprendere.

Ragazzo cinese - ferramenta e negozio di idraulica
Si trova in via Padova da 5 mesi, mentre il padre ha la stessa attività in viale Sarca da 7-8 anni. Ha deciso di aprire questo negozio in quanto l'unico, nel suo genere, presente nella zona.

Boliviano - ristorante
Si trova in Italia da 8 anni, ma solo da due anni ha acquistato l'attività da una sua amica.
Ha portato subito con se la sua famiglia.
Prima di giungere in Italia provò a lavorare in Argentina, ma trovò un ambiente ostile e razzista e i soldi guadagnati bastavano solo per sfamarsi; in Italia invece non ha trovato un paese intollerante, o almeno è cosi apparentemente.
Attualmente non pensa di voler tornare a casa, a meno che non subentrino problemi.
Rileva un cambiamento nella via dopo l'uccisione del ragazzo egiziano. Oggi la via è più tranquilla, più pulita, ma ovviamente, il fatto che vi sia meno gente, non è un aspetto positivo per lui.

Due signori bengalesi - supermarket alimentare
Hanno accettato di fare una registrazione audio, ma non risulta di buona qualità per il tono di voce basso e l'italiano poco comprensibile.
Dalla loro testimonianza emerge che l'Italia sia da loro vissuta come un paese di passaggio, un luogo in cui lavorare, per guadagnare, e poi tornare in Bangladesh.
Percepiscono una forte crisi economica e un cambiamento della via dall'uccisione del ragazzo egiziano, che ha comportato un rafforzamento delle forze di polizia che arrivavano a chiedere i documenti anche 4-5 volte al giorno.

Esplorazione di: Irene Borchi, Chiara Valsecchi.

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